L’Italia non è un paese perfetto e gli italiani non sono dei cittadini modello, si sa. Sono diverse le cose che non vanno nel belpaese, alcune delle vere e proprie “piaghe”. Tuttavia, uno dei morbi maggiormente sottovalutati, nonostante l’ampia distribuzione in tutta la penisola, è quella della prostituzione intellettuale, già identificata dal grande luminare José Mourinho da Setùbal. Ipocentri di questa vera e propria epidemia? Torino e Roma.
UNA CROCIATA INSENSATA ED ESTREMISTA
L’Inter non è mai stata vista in modo amorevole, mai. Fin dall’epopea vincente del mago Herrera, i nerazzurri sono sempre stati visti come pericolosi nemici. Il fatto poi che, nonostante ripetuti tentativi, l’Inter non sia mai stata invischiata concretamente nei vari casi che hanno scosso il calcio italiano, ha acuito questo odio. Un odio malcelato, generato dalla paura.
L’epilogo della vicenda Calciopoli poi, ha creato un vero e proprio esercito di avvoltoi, sempre pronti a banchettare ad ogni minima notizia, vera o falsa che sia non importa, riguardante i colori nerazzurri.
Dopo la “caduta degli dei” del triplete, con il naufragio dell’Inter, tutti questi detrattori sono andati in brodo di giuggiole, scrivendone di cotte e di crude pur di destabilizzare gli equilibri del fragile spogliatoio interista. Le illazioni non dovrebbero mai essere messe in prima pagina come vangelo, le illazioni andrebbero sempre coniugate al condizionale. Invece i vari sarebbe, potrebbe e dovrebbe sono stati dimenticati, sommersi da una marea di convinzioni spacciate per vere.
L’apoteosi si sta toccando ora, e forse è comprensibile. Il castello di carte gonfiato da mesi di propaganda è, come di consueto, crollato miseramente in quel di Cardiff, lasciando interdetti i carnefici dell’Inter. Disperati e disorientati hanno ricominciato rimboccandosi le maniche e ripartendo con il loro hobby migliore: arrampicarsi sugli specchi e gettare fango sugli altri.
ATTACCHI RIDICOLI COL SOLO SCOPO DI FARE DISINFORMAZIONE
Come è umanamente possibile che, con Spalletti non ancora sedutosi una volta sulla panchina nerazzurra, si parli già della fantomatica ombra di Capello su di lui?
Si può anche solo immaginare che notizie del genere non siano volte solamente a gettare zizzania e scompiglio in un ambiente in ricostruzione? Davvero si può sparare a zero su una squadra che sta puntando solo obiettivi stranieri, quando la tua stessa squadra, è inutile nascondersi dietro ad un dito, non sta acquistando nessun italiano e anzi, rischia forse di perdere alcuni di quelli in rosa?
Solo da noi si può trasformare lo sfottò, il sale del calcio, in una specie di reato quando di mezzo c’è la “sposa di Italia“. Siamo all’asilo, dove tu puoi farmi tutto e io non posso farti niente? Specchio riflesso? Veramente siamo scesi a questo livello di maturità, o meglio, immaturità?
Fino a quando questi organi di disinformazione, perché oramai di questo si tratta, potranno campare con le fette di prosciutto che molti tifosi si mettono sugli occhi? Dove potrà spingersi la prostituzione intellettuale? Quanto è lecito sopportare in silenzio prima di sbottare, prima di reagire?
PERDERE È BELLO SE IL VINCENTE È DI QUESTA PASTA… PASTINA QUA
Non sono un oracolo o un veggente. Non so cosa riserverà per l’Inter la prossima stagione. Probabilmente un’altra stagione di transizione, un’altra lunga via crucis, un peregrinare alla ricerca del Graal perso 7 anni fa.
Ma so che la bufera non si placherà e che anzi, se l’Inter dovesse tornare ad essere pericolosa ai piani alti, la tempesta si farà addirittura più intensa. Sarebbe ora di dire basta, di dare un taglio a certe pagliacciate. Perché c’è un confine abbastanza netto fra il tifo becero e campanilistico che sfocia nella indecenza e il vero giornalismo.
E pare proprio che a volte questo confine venga marcatamente superato, proprio da coloro che invece dovrebbero tenere alta la bandiera della buona informazione. Aprite gli occhi, miei cari: è vero che la storia la scrivono i vincitori, ma non per questo i perdenti devono chinare la testa. Ci sono tanti modi per perdere dignitosamente, ma solo uno per vincere. E pare proprio che alcuni non ne siano in grado. Citando Django di Tarantino, meglio un onesto perdente, per quanto magari pessimo, che un infimo vincente. Poveri loro.
Non avrei mai pensato che il rumore dei nemici fosse lo strillo di tanti bambini bizzosi.
Fonte immagine in evidenza: Profilo ufficiale Instagram dell’Inter