Cassano ha definitivamente lasciato il calcio giocato. Fantantonio, dopo aver firmato con il Verona, ha fatto dietrofront, appendendo definitivamente i tacchetti al chiodo. La redazione di SpazioInter ha deciso di omaggiare uno dei giocatori più amati e discussi dell’ultimo ventennio.
Cassano non è stato tante cose. Paradossalmente NON è stato più di quelle che è stato. Tuttavia Antonio è stato il classico genio che non si fa imbrigliare dalla quotidianità, un folletto dispettoso, irriverente e guascone in campo e fuori. Un potenziale crack, un fenomeno che non si è mai espresso. Un “what if” enorme, un campione mai sbocciato ma capace di conquistarsi comunque l’amore incondizionato di ogni piazza. L’amico che vorresti avere, il Lucignolo che ti porta nel paese dei Balocchi senza bisogno del biglietto.
Perché Fantantonio, anche quando era indolente e camminava in campo era, per magari soli dieci secondi di follia, qualcosa di magico e inafferrabile che sfuggiva dalla logica, capace di spaccare qualsiasi gara contro ogni avversario. Aveva in ogni istante un latente senso di onnipotenza che gli permetteva di fare tutto, di essere quasi divino.
Talmente folle da riuscire a far ammattire Nesta o Cannavaro la domenica e farsi ingabbiare per pigrizia da uno sconosciuto centrale lituano tre giorni dopo. Un pazzo visionario, un folle capace di stregare tutti. Perché Cassano, col suo italiano improvvisato, con le sue uscite a effetto, con le sue sparate senza peli sulla lingua, è sempre riuscito a strappare un sorriso a tutti, anche a chi di calcio interessava relativamente. Antonio è stato il campione della gente e si è ampiamente visto quando nella sua parentesi milanista ha dovuto lottare contro un cuore malandrino come lui.
Tifoso fin da bambino dell’Inter, Antonio ha sempre lanciato messaggi d’amore ai nerazzurri, riuscendo però ad indossare la maglia del biscione solo per una stagione. Un’annata di quelle travagliate, piena di delusioni, in cui comunque riuscì ad infiammare i tifosi con giocate di classe. Un anno di passione, una fiammata breve ma intensa, capace di lasciare una tacca indelebile nei cuori dei tifosi, un vento di passione che soffia ancora.
Curiosamente il suo esordio non ancora maggiorenne, proprio contro l’Inter nella sua Bari, fu l’apice del suo genio. Quel ragazzino mingherlino che sguscia fra i navigati difensori nerazzurri a pochi secondi dal suo esordio in serie A e regala una vittoria storica al Bari, rimarrà qualcosa di magico e indimenticabile. Una delle poche sconfitte facili da digerire, perché a infliggerla fu una delle giocate più belle dell’anatroccolo Cassano.
Perché Fantantonio nonostante le grandissime squadre in cui ha giocato, nonostante i numeri da campione, pur giocando e confrontandosi con i giocatori più grandi della sua epoca, è rimasto per tutta la sua carriera un brutto anatroccolo.
Sempre sul punto di spiccare il volo, in procinto di lasciare il nido per illuminare il mondo con la sua bellezza, ma che alla fin fine non si è mai trasformato nel cigno che avrebbe dovuto essere.
E forse a rendere più bella la sua favola è proprio questo: la possibilità che ha ogni tifoso che lo ama di farsi il proprio film, con il finale che preferisce. Perché tutti amano gli incompiuti e lui è forse la sinfonia incompiuta più bella e struggente del calcio italiano. Fantantonio è stato un supereroe atipico: essere il migliore a tempo continuato sarebbe stato troppo facile e banale per uno come lui. Non sarebbe stato da Cassano.
Grazie di tutto Antonio, grazie per il cuore nerazzurro e per i lampi di follia e magia che ci hai regalato.
Fonte immagine in evidenza: Screen Youtube
This post was last modified on 10 Febbraio 2019 - 12:32