Geoffrey Kondogbia, dopo l’allenamento saltato, lascerà l’Inter. Resta solo da capire a che cifre e dove, probabilmente al Valencia. Restano da capire i reali motivi e le reali pretese del francese.
GEOFFREY KONDOGBIA, DUE ANNI DISASTROSI
Partiamo dal 21 giugno del 2015. L’Inter, con una mossa a sorpresa, batte la concorrenza del Milan e si aggiudica il giocatore. Le cifre, quando ancora Pogba non era andato allo United e Neymar non era ancora un giocatore del Paris Saint Germain, sono comunque importanti. 31 milioni di euro più bonus. Le aspettative sono alte. “Che ci frega di Pogba noi c’abbiamo Kondogbia”, cantano i tifosi sotto l’albergo da cui si affaccia l’ex Monaco, che con Paul condivide la nazionalità e la giovane età (22 anni). Il francese, all’inizio, mostra qualche buon segnale, soprattutto in fase di rottura del gioco. Qualche dubbio sulle movenze del giocatore rimangono, perché anche nelle sue migliori partite, il centrocampista si dimostra spesso macchinoso. E che non sia un cannoniere di razza lo si sapeva prima del 21 giugno (solo 5 gol in carriera). Eppure, l’8 novembre, nell’anno degli 1-0, il francese regala la vittoria a Torino contro i granata.
Da lì, però, forse anche nella confusione generale del crollo di Mancini, Kondogbia sparisce. Palloni persi, contropiedi regalati, errori sotto porta, mancanza di personalità. Insomma, il francese, al primo anno, fallisce le attese. Ma l’Inter è generosa, e regala sempre una seconda chance (di questi tempi, è pure poco…). Con de Boer, però, il centrocampista tocca il punto più basso del suo biennio nerazzurro. Inter-Bologna: l’olandese chiede un tipo di lavoro al francese, che da buon giocatore a caccia del riscatto decide di fare l’esatto opposto. Risultato? Cambio dopo 28 minuti. Con Pioli, la situazione, come per tutta l’Inter, sembra migliorare: diga in mezzo al campo insieme a Gagliardini da metà novembre a febbraio, prima del solito crollo da parte dei nerazzurri. Alla fine, dopo due anni, il bilancio è disastroso.
GEOFFREY, INVECE DI PRETENDERE, PERCHE’ NON CHIEDI SCUSA?
Con la premessa, doverosa, di due anni da incubo, inizia l’estate 2017. Ci risiamo: autogol da cineteca con il Chelsea, allenamento saltato. Ora, un’autorete può capitare. Lo stesso Adriano, il 1 agosto 2007, infilò la sua stessa rete contro il Manchester United. Poi, un giorno, il Valencia bussa per Kondogbia. Offerta: 20 milioni, poco più della metà per un giocatore per il quale l’Inter, due estati fa, si è svenata (non navighiamo di certo nell’oro, di questi tempi) per lui. Giustificato, quindi, il no dei nerazzurri: è la società a fare le richieste. Kondogbia, da giocatore maturo, decide di mettersi in punta di piedi.
Caro Geoffrey, te lo devo dire: sei sfortunato. Hai deciso di fare questo gesto (non a caso), pochi giorni dopo il tuo connazionale, Ousmane Dembélé. Il quale, però, non ha solo 4 anni in meno di te, ma la differenza sta nel fatto che, se un giocatore è cercato dal Barcellona, che offre 100 milioni, ci sta chiedere la cessione, NON saltare l’allenamento. Neanche lui è giustificato. Ma lui, almeno, ha dimostrato qualcosa, il Dortmund gli è riconoscente. Noi, di grazia, per cosa dovremmo ringraziarti? Cosa hai fatto per meritare più considerazione al momento dell’addio? Dobbiamo ringraziarti per i 2 gol in 56 partite? Dobbiamo ringraziarti per i tre tempi di gioco persi affinché il pallone passasse dal tuo pessimo destro al tuo magico, fatato sinistro? Dovremmo forse ringraziarti per essere stato un muro a protezione di Miranda? La sensazione è che non dobbiamo ringraziarti proprio per nulla. Se non per aver saltato l’allenamento. Così saremo tutti liberi, noi interisti e te. Non, però, senza prima ricevere le tue scuse per il tuo pessimo rendimento, che ci è costato delle partite, e che ci costerà una minusvalenza.