Crotone-Inter ha rappresentato il primo snodo importante per la stagione 2017/18. Sia chiaro, siamo ancora nella primissima fase stagionale e fare qui analisi di carattere generale sarebbe un grande errore: restano i numeri però a parlare in favore di Luciano Spalletti e della sua armata nerazzurra. Quattro vittorie su quattro, dieci reti fatte e una sola subita, tre partite chiuse con la porta inviolata. What else?
MALE A CROTONE MA…
La prestazione dell’Ezio Scida è stata talmente opaca che anche in caso di 0-0 finale si sarebbe potuto dire “un punto fortunoso” senza sdegnare nessuno. Non perché il Crotone abbia giocato la gara della vita ma perché i pitagorici erano stati ben chiusi per gran parte della sfida e avevano sfiorato in almeno due occasioni il vantaggio: sia su Tonev che su Rodhen è stato decisivo San Handanovic nell’evitare la debacle. Nerazzurri disordinati, con poche idee, appannati anche a livello fisico e mai realmente pericolosi in avanti con l’inedito Icardi in versione Maxi Lopez (sia per la capigliatura che per lo scarso movimento in favore dei compagni).
NIENTE FRIVOLEZZE
L’Inter aveva naturalmente un tasso tecnico ben più alto rispetto ai calabresi ma per 80 minuti di partita il gioco è stato alla pari ma perché frammentato, caotico e spesso senza una reale trama. Borja Valero abbassato quasi al livello dei centrali può incidere poco, Gagliardini in versione Olimpico era a dir poco in stato confusionale e anche le fasce hanno sofferto non poco l’esuberanza degli esterni crotonesi. Anche la tecnica di Joao Mario ha pagato pochissimo se non in un paio di spunti che però non sono sufficienti per quanto ci si aspetta dal portoghese.
ALLORA SI VINCE DI FORZA
E quindi come sbloccare la sfida? Con le maniere forti, di rabbia, con lo spirito indomito e guerriero che a volte gli slavi riescono a esprimere al meglio: ecco dunque la veemenza con cui Skriniar sfrutta al meglio una palla vagante in area per trafiggere un indifeso Cordaz. Allora niente paura, pur giocando male le gare si possono vincere, perché se la stessa cattiveria viene messa in contropiede anche dal solito Perisic (numeri da paura nelle ultime sfide), allora il 2-0 diventa persino giusto nonostante 80 minuti di nulla cosmico. Piedi per terra, tante difficoltà, vittoria casuale: ok, è vero tutto, ma una sabato notte da capolista può solo dare nuova linfa a un gruppo che ha solo bisogno di autostima.