Bologna – Inter è servita ad evidenziare tutti i limiti della squadra a disposizione di Spalletti e a riportare tutti con i piedi per terra. Ecco i 5 verdetti delle gara.
I 5 VERDETTI DI BOLOGNA – INTER
Bologna – Inter ha dimostrato che per i nerazzurri la strada fino al quarto posto è molto lunga. I felsinei avrebbero meritato molto di più del pareggio e il punto guadagnato dall’Inter è oro colato vista la prestazione.
- Difesa in difficoltà se presa in velocità: I nerazzurri hanno faticato moltissimo in difesa, soprattutto sugli esterni, dove Di Francesco e soprattutto Verdi hanno abusato dei terzini dell’Inter. Skriniar, per quanto sia sempre il più positivo della retroguardia, non può essere ovunque e tappare tutti i buchi lasciati dai compagni e ieri si è visto: Spalletti dovrà lavorare moltissimo su queste situazioni, perché la rapidità degli avversari è il tallone d’Achille più evidente di questa squadra.
- Centrocampo in affanno e con pochi uomini di qualità: Il centrocampo resta l’incognita maggiore dei nerazzurri. Gli uomini a disposizione sono pochi e non sembrano avere la qualità necessaria per puntare ad un posto in Champions. Borja Valero sarà anche un grande regista, ma la sua carriera ha ormai ampiamente scollinato i giorni verdi della giovinezza e adesso fatica a portare a termine una partita mantenendo lucidità. Vecino deve ancora ambientarsi, ma è un Medel con maggior precisione nel passaggio, non certo un regista. Non bisognerà perdere la testa e lavorare con quel poco che si ha a disposizione, sperando che a gennaio arrivi qualche giocatore con qualità.
- Joao Mario quando gioca dal primo minuto è un fantasma: Il portoghese aveva iniziato discretamente bene il campionato, riuscendo a cambiare le partite quando entrava a partita in corsa. Ieri però, partendo da titolare, è stato indisponente, invisibile, quasi irritante. Il numero 10 non ha mai creato nulla, ha perso una quantità imbarazzante i palloni e non ha praticamente azzeccato un passaggio. Un netto passo indietro rispetto alle ultime gare, dove non aveva fatto miracoli, ma perlomeno era sceso in campo. Ancora da recuperare, anche se trovargli una posizione in campo sarà complicato.
- Terzini che non spingono a sufficienza: In attesa di vedere concretamente Joao Cancelo, i terzini restano il grande punto debole dell’Inter. Dalbert è stato rimandato da Spalletti, dato che non ha mai offerto nelle opportunità avute le discese per cui è stato acquistato. Nagatomo è sempre Nagatomo, un’incognita più per la propria difesa che per quella avversaria, mentre D’Ambrosio già non così propenso alla fase offensiva, sta faticando anche a chiudere in difesa. Nel calcio moderno i terzini di spinta sono fondamentali, l’arma che può fare la differenza fra il solito campionato mediocre e uno da protagonisti. Si spera che Dalbert e Cancelo piano piano riescano a prendersi il proprio posto e a dare il proprio contributo alla causa interista.
- Icardi potrà anche scomparire dal campo, ma quando serve la butta dentro: Si, avrà anche segnato su un rigore e fatto poco altro, ma ci vogliono gli attributi di un vero campione e di un vero capitano per essere sempre così freddo quando l’Inter ha bisogno di lui. I punti negativi saranno molti per i nerazzurri, ma Maurito resta un raggio di sole anche nelle giornate più tenebrose, la boa di salvataggio a cui aggrapparsi: Icardi è il leader dell’Inter, il campione attorno a cui stringersi. I suoi goal non mancano mai e da questa certezza bisogna ripartire.