Danilo D’Ambrosio passa spesso in silenzio nell’Inter eppure è uno dei giocatori più utilizzati. Nel lungo elenco di terzini che si accostavano al nerazzurro poi ci si dimenticava che la duttilità del giocatore napoletano lo rende quasi inamovibile, con Spalletti ultimo allenatore ad esser conquistato.
D’Ambrosio, dal flash mob per le nozze al gol di testa col Genoa
Di Danilo D’Ambrosio spesso non s’intravedono le qualità. La Gazzetta dello Sport fa un ritratto del terzino, un giocatore onesto, per alcuni inadatto e per qualsiasi allenatore indispensabile.
Domenica è diventato San D’Ambrosio col colpo di testa che ha regalato la vittoria contro il Genoa. Un D’Ambrosio che segna a sorpresa ma che le sorprese ama farle. Come quando in Piazza Duomo organizzò un flash mob con un centinaio di ballerini in maglia rossa spuntando poi davanti alla fidanzata con 100 rose rosse, con un modo memorabile per chiedere la mano di chi sta con lui da 10 anni.
Chi ricorda la vicenda del matrimonio può ammirarla su youtube, come gli scherzi che Icardi e Candreva gli fecero per il suo compleanno con uova e farina, a spiegare il gran rapporto che il giocatore ha con i compagni.
Una carriera che ha visto D’Ambrosio, tifoso napoletano, iniziare con la Salernitana da ragazzo, poi Juve Stabia a 21 anni e volo verso il Torino, voluto fortemente da Petrachi.
Abbigliamento e dolci le uniche passioni per un antidivo. Dal vestire bene con scarpe Nike, suo sponsor tecnico che l’ha messo sotto contratto per 4 anni, al cheesecake con la nutella cui non rinuncia la sera, fino al giovedì, quando poi si rimette in riga con l’alimentazione, con lo stesso discorso che D’Ambrosio fa alla pasta.
D’Ambrosio ha anche un fratello gemello che gioca nel Siena con la pizza che ha un ruolo importante in famiglia, col papà che ha aperto una pizzeria a Caivano dove vive con la mamma, insegnante e la sorella psicologa.
Una stabilità familiare che ha permesso a D’Ambrosio di mettere a tacere le critiche, una dedizione al lavoro che lo fa spesso arrivare per primo e andar via per ultimo, ogni giorno, motivo in più per essere coccolato dai suoi allenatori.