L’eterno capitano nerazzurro Javier Zanetti ha rilasciato una lunga intervista sulle pagine del Corriere dello Sport. Gli inizi, l’Inter di oggi, i compagni di squadra e il Pupi del futuro: questi gli argomenti toccati dall’argentino. Ecco le parole dell’intervista nel dettaglio ripresa dal quotidiano per SpazioInter.
“ITALIA? AVEVO DELLE PAURE. ORA LA STORIA BELLISSIMA DURA DA 22 ANNI!”
Il Pupi Zanetti descrive il suo arrivo in Italia con la maglia dell’Inter: tanto orgoglio ma più di un’incertezza. “Avevo giocato solo due anni in prima divisione con la maglia del Banfield e non avrei mai immaginato che mi capitasse proprio in quel momento questa opportunità. Avevo fatto solo una partita in Nazionale, ero agli inizi: quando mi dissero dell’Inter non potevo crederci. Io vedevo il calcio italiano in tv, e l’opportunità che mi diede l’Inter mi cambiò la vita. Non nascondo che avevo delle incertezze per la mia età, avevo paura perchè non sapevo se fossi pronto per questa sfida. Ma questa storia bellissima dura da 22 anni e non è finita”.
ZANETTI: “STIAMO DIMOSTRANDO CONTINUITA'”
“L’Inter di oggi? Stiamo dimostrando grande continuità. Per lo scudetto ci sono squadre più attrezzate, ma per merito di Spalletti e di tutti i ragazzi oggi c’è grandissimo entusiasmo. Vincere è sempre difficile, ma credo che la cosa più importante per noi è che stiamo dimostrando di riuscire ad essere protagonisti. Oggi l’obiettivo è tornare in Champions League, perchè è una vetrina importante e ti permette di crescere. Si doveva ricominciare da zero a ricostruire al termine di un ciclo vincente, ma non è mai facile. La nuova proprietà? Quest’anno abbiamo iniziato a porre le basi per poter programmare il futuro. Ci vuole la squadra, ma è importante anche chi lavora fuori dal campo”. Questo il commento di Zanetti sull’Inter di oggi e sui cambiamenti in società.
ZANETTI TRA BIELSA E SIMONI
“L’allenatore più importante? Bielsa in Nazionale e Simoni in Italia, ma mi sono trovato bene anche con Cuper. Mourinho è stato importante, oltre ai successi, perchè è diverso da come si vede in tv. Oltre a preparazione ed intelligenza, seppe creare un gruppo di grandi uomini, e nel calcio la parte umana è fondamentale. Tra i presidenti, Moratti è stato come un padre per me: mi ha aperto le porte di un Paese sconosciuto, la sua famiglia si è fidata di me e ho percepito che i miei valori andavano d’accordo con i loro. Tra i compagni, ho grande amicizia con Cordoba e Zamorano. Baggio e Cambiasso sono quelli più intelligenti calcisticamente: penso che il Cuchu diventerà un grande allenatore”. Tra allenatori e compagni: ecco Zanetti giocatore e capitano.
CHI SARA’ L’EREDE DI ZANETTI? PUPI HA UN NOME
“Ognuno ha le sue caratteristiche, ma se devo dire un nome faccio quello di Florenzi. Mi piace la sua professionalità, come interpreta il calcio e la passione che mette in quello che fa”. Queste le parole di Zanetti al termine di una lunga intervista per il Corriere dello Sport.
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