Roberto Mancini si racconta al Corriere dello Sport. Dalla sua nuova patria sportiva, la Russia, attende il pass degli Azzurri impegnati nello spareggio con la Svezia per arrivare al Mondiale. Immancabile però far notare al tecnico jesino lo stato attuale dei nerazzurri di Spalletti, allenatore che lo ha preceduto come Zar allo Zenit.
Mancini: “Altro che precampionato sbagliato nel 2016. E che Inter con Hamsik e Dybala”
Roberto Mancini racconta come vede la Serie A al Corriere dello Sport, dal Napoli primatista ai sogni di mercato quando era sulla panchina dell’Inter.
Roberto Mancini, cosa ha detto il campionato finora?
“In testa ci sono tutte quelle che dovevano esserci. Forse la Lazio ha fatto qualcosa in più e il Milan qualcosa in meno”.
Giusto che il Napoli sia primo?
“Sì, penso di sì. E’ una squadra costruita pezzo dopo pezzo, un progetto portato avanti con continuità. La distanza dalle altre però è minima“.
Insigne ha già raggiunto lo
status del top player?
“Insigne è forte, ma lì ce ne sono anche altri bravi. Per esempio c’è Hamsik che volevo portare all’Inter quando era al Brescia.
Che dite, mi sbagliavo? (sorride, ndr)”
Vedendo il Dybala di inizio stagione, quello dei 10 gol in 6 giornate, ha il rammarico di non essere riuscito a portarlo all’Inter?
“L’Inter poteva aver chiuso il suo acquisto. Con il Palermo l’affare era già fatto, bastava alzare l’offerta. Se metti sul tavolo 25 milioni e te ne chiedono 35, per un giocatore così un sacrificio va fatto e stop. Si vedeva lontano un miglio che sarebbe diventato un campione. E può migliorare ancora molto. Bisognava solo avere il coraggio di anticipare la Juventus. Mi è dispiaciuto non allenarlo perché è uno che fa divertire”.
La sorprende vedere l’Inter terza in classifica con 9 vittorie e 3 pareggi?
“Non mi sorprende perché sapevo che era solo una questione di tempo perché tornasse in alto. Abbiamo costruito una base importante che sarebbe migliorata anno dopo anno”.
Quanto c’è di Spalletti in questa partenza super dei nerazzurri?
“Luciano sicuramente è un allenatore bravo ed esperto che ha giocatori importanti. I meriti vanno divisi tra tutti”.
Vedendo che nell’attuale formazione titolare dell’Inter ci sono 7 elementi che aveva anche lei all’inizio della scorsa stagione, ha la sensazione di aver lasciato a metà un lavoro?
“A volte in un processo di crescita si commettono degli errori e si fanno delle scelte sbagliate, ma si vedeva che la squadra c’era. Il mio lavoro è stato lasciato a metà come quello di tutti i tecnici esonerati, ma mi fa piacere che l’Inter sia di nuovo in alto”.
Se ripensa all’estate 2016 e a quelle settimane “turbolente” con Thohir e Bolingbroke,
farebbe qualcosa di diverso?
“Assolutamente no. La preparazione atletica l’avevamo fatta bene, altro che discorsi, ma il precampionato era stato organizzato male: troppi spostamenti, pochi allenamenti. Certe partite per prendere pochi soldi non dovevano essere programmate”.
Dove può arrivare questa Inter? E’ giusto che punti alla qualificazione alla prossima Champions o può sognare lo scudetto?
“Se si troverà lì in alto verso la fine lotterà per lo scudetto”
Vedremo mai Mancini ct azzurro?
“Per un italiano fare l’allenatore della Nazionale è una cosa bella. Anzi, eccezionale“.
Quindi… porte aperte a un
futuro da ct?
“Se un giorno ci sarà la possibilità…“.