Due esoneri ancora non digeriti (con l’Inter l’anno scorso e con il Crystal Palace in questa stagione), ma con ancora tanta voglia di rimettersi in gioco. L’ex tecnico nerazzurro Frank de Boer si è raccontanto in una lunga intervista al quotidiano spagnolo Marca, parlando di ciò che non ha funzionato nelle sue ultime esperienze lavorative e svelando i suoi progetti futuri.
LE PAROLE DI DE BOER
Quali sono le differenze tra lavorare con i giovani in Olanda e farlo in Italia o Inghilterra?
In Olanda tutte le squadre creano molti talenti e lasciano che i giovani giochino. In Italia o in Inghilterra, in genere, preferiscono un giocatore con esperienza. L’Olanda è molto famosa per il suo settore giovanile, soprattutto quello dell’Ajax, perchè diamo la possibilità ai giovani di far parte delle Prime Squadre. I tifosi questo lo capiscono, anche quando arriva una sconfitta, mentre in Inghilterra non lo accettano. Questa è la differenza.
Sei arrivato all’Inter senza aver svolto il precampionato e sei stato esonerato dopo sole 11 giornate. Pensi di non aver avuto il tempo di portare le tue idee in Italia?
Sì, perché quando vuoi cambiare qualcosa ci vuole tempo. All’Inter volevano cambiare perché non erano ad alto livello da molto tempo, ma non hanno avuto pazienza. Penso che la mia Inter abbia giocato abbastanza bene, ma i risultati non sono arrivati. Mi serviva ancora un po’ di tempo. Ora stanno bene e sono sicuro che possono lottare per il titolo.
In una intervista hai detto che per migliorare bisogna prima commettere errori. Cosa hai imparato dalle tue esperienze con il Crystal Palace e con l’Inter?
Che devo essere più duro, soprattutto all’inizio. Che se voglio fare una cosa, la faccio e basta. Ho sempre pensato agli altri e non a me stesso.
Non hai considerato la possibilità di allenare la Nazionale olandese in futuro?
In questo momento sono rilassato e non ho fretta. Forse un giorno, non si sa mai. Forse Koeman potrebbe fare bene, perché conosce bene il calcio. Come allenatore, Ronald ha dimostrato che il suo gioco può funzionare anche in Inghilterra e in Olanda. Non è andata bene con il Valencia, ma per me potrebbe essere una buona scommessa per la nazionale.
Ti sarebbe piaciuto rimanere a Barcellona, magari con un altro ruolo che non fosse l’allenatore?
Barcellona è sempre nel mio cuore. Ho trascorso quattro stagioni e mezzzo fantastiche, ma sono contento di ciò che ho deciso di fare dopo che ho smesso.
Ti piacerebbe allenare una squadra spagnola?
Sì, perchè il loro stile di gioco è molto vicino alle mie idee di calcio. Tecnicamente e tatticamente. Ci sono giocatori molto buoni.