L’Inter nella propria storia ha visto transitare tanti campioni. Chi più, chi meno, tutti hanno lasciato un segno. Tuttavia, un eterno ragazzino argentino, ha lasciato una tacca nel cuore e nella storia di club e tifosi, qualcosa di indescrivibile e indimenticabile: il Capitano per eccellenza, Javier Zanetti. Il club nerazzurro, che sta già pensando ai festeggiamenti per i 110 anni del club, ha voluto omaggiarlo tramite il proprio sito ufficiale.
IL VERO CAPITANO, L’ULTIMO 4 DELLA STORIA NERAZZURRA
Questa la dedica del club al Capitano, Javier:
“Un sacchetto di plastica con dentro un paio di scarpe da calcio, il passaporto e tanti sogni. Il luogo è Cavalese, provincia di Trento, dove l’Inter nel 1995 stava svolgendo il suo ritiro estivo. Javier Adelmar Zanetti arrivò così, con un sacchetto in mano e un paio di giornalisti ad aspettarlo, più incuriositi che altro. Era il 28 luglio, e da quel giorno iniziò a costruirsi la leggenda di Pupi”.
“I numeri fissi nel calcio italiano vennero introdotti proprio in quell’estate, e quasi casualmente il nome sopra la 4 fu quello di questo esterno argentino che, come capì e cantò subito la Nord, “dribblava come Pelè“. La maglia 4 non la indosserà mai nessun altro: il Capitano, come lo apostrofano ancora adesso i tifosi a dispetto di un ritiro avvenuto ormai da quattro stagioni sportive, ha incarnato negli ultimi 20 anni come nessuno i valori simbolo dello sport”.
UN ESEMPIO COME GIOCATORE E COME UOMO
“Esemplare, iconico, corretto, rispettoso, c’era quando gli avversari sorridevano e c’era, felice come un bambino, quando ha cominciato lui ad alzare i trofei senza volersene mai stancare. Ed era tutto già scritto lì, in questo ragazzo che arriva in ritiro a Cavalese con le scarpe in un sacchetto, comincia l’allenamento e sembra, ricorderà Beppe Bergomi, lo staffettista che gli ha passato il testimone della legacy interista, “Avere la palla incollata al piede”. Avioncito Rambert, che doveva essere l’acquisto principale di quella sessione di mercato e che invece si rivelò una meteora, se ne fece presto una ragione, il mondo del tifo interista non smise, non smette, non smetterà, più di amarlo”.
IL PIÙ VINCENTE DELLA STORIA DELL’INTER
“Emozioni fortissime, trionfali vittorie e cocenti sconfitte, soddisfazioni e delusioni, 16 trofei, di abbracci, lacrime, urla, sorrisi e promesse. Come quella di far parte dei colori nerazzurri per sempre, solo come chi ha saputo scrivere la storia”.