Domani l’Inter avrà la grande chance di conquistare la vetta della classifica, vista la sconfitta del Napoli contro la Juventus. Al Meazza arriva il Chievo Verona, con calcio d’inizio in programma alle ore 15. Il tecnico dei nerazzurri Luciano Spalletti presenta la sfida al Suning Training Center di Appiano Gentile: SpazioInter.it vi riporta la diretta testuale della conferenza.
C’è una grande possibilità di sorpassare il Napoli e andare in vetta. Aumenta l’entusiasmo, anche le pressioni?
“C’è la stessa possibilità, quella di fare tre punti. Ogni partita mette a disposizione tre importantissimi punti e a quelli dobbiamo badare. Quando le altre vincono bisogna mantenere il passo, quando perdono bisogna approfittarne. Se facciamo un’amichevole bisogna vincere per infondere sicurezza. Bisogna vincere, si va dritto: l’obiettivo è sempre lo stesso, a prescindere dagli altri”.
Come sta Vecino?
“Sta bene e può giocare. Valuteremo meglio nella giornata di oggi ma è recuperato”.
E’ vero, come dice Sarri, che giocando una volta a settimana è un altro sport?
“Mi sembra lo stesso. Se si arriva tra le prime quattro si va in Champions, dopo c’è l’Europa League, sennò ci sono le amichevoli di fine campionato. La Juventus giocando sempre ha vinto sei scudetti. Se Sarri vuole provare, arrivi settimo e giochi un altro sport. Noi vorremmo giocare tre o quattro partite a settimana”.
Il fatto che domani giocherà chi non ha molti minuti nelle gambe è motivo di attenzione in più?
“Il fatto che abbiamo vinto facendo giocare sempre gli stessi, non è detto che non avremmo vinto di più facendo giocare gli altri. I giocatori non devono dimenticare mai che fanno parte dell’Inter, una squadra conosciuta in tutto il mondo per forza, tifosi, storia. Per cui loro hanno l’obbligo di allenarsi sempre al massimo delle proprio possibilità e di farsi trovare pronti ogni volta che verranno chiamati in causa. Il resto non conta. Siamo attrezzati per poter sostituire tutti i calciatori della squadra titolare. Non ci sono alibi per chi veste una maglia come la nostra”.
Chi saranno i suoi prescelti nella Hall of Fame?
“Ho visto l’iniziativa, penso sia una cosa bella e importante. Peccato non riguardi gli allenatori, cercherò di far qualcosa per potergli dare qualcuno. Ma lì diventa facile andare a pescare gente come Corso, Ronaldo, Zenga, come Toldo. E’ una cosa a cui bisogna dare attenzione perché rende partecipi dei mostri sacri del calcio mondiale e ci fa ricordare quelle giocate e quelle qualità che a volte ai nostri giocatori attuali passano di mente e che invece bisogna prendere per le nostre partite. Tra i nomi dico Meazza, Facchetti e Matthaus”.
C’è la possibilità che Icardi possa avere un partner in attacco? La gara di ieri della Juventus insegna qualcosa?
“Penso che le strade per arrivare al risultato siano più di una. Quando ci si fossilizza in una direzione gli altri trovano una soluzione. Domani la mia squadra sono convinto riuscirà a fare più possesso, ma il Chievo ha questa grandissima caratteristica di prendersi da solo tutto ciò che gli spetta nella partita. Ha un modo ben preciso di giocare, dovremo essere bravi ad andare sulle corsie esterne, ma quando perdiamo palla se non intasiamo la parte centrale loro ci fanno male. Dal 2000 sono sempre in Serie A, tranne un anno, segno che conoscono ciò che devono fare. Non è che fare più possesso ti dà sicuramente tre punti. Dovrò trovare soluzioni per le loro verticalizzazioni improvvise. A loro non frega niente se saremo quelli che hanno vinto il minutaggio del possesso palla. Mi sembra che ieri sera Douglas Costa fosse esterno e Dybala punta. Lo possiamo fare anche noi, chissà che non avremmo fatto più punti così, ma per ora degli equilibri li abbiamo trovati e li dobbiamo consolidare perché queste squadre contro di noi hanno una consolidata certezza del loro equilibrio e di come stare in campo, che viene da più anni. Noi dobbiamo dare seguito a quanto fatto in queste partite”.
C’è qualcosa in cui l’Inter può migliorare tatticamente?
“Il Chievo gioca con quattro difensori, il rombo di metà campo e due attaccanti che si spartiscono l’area di rigore. Sanno benissimo quando pressare alto e quando tornare nella propria metà campo. Difficilmente sono allungati. Anche la composizione del modulo dice che sono stretti, corti. Fanno squadra in tutte le forzature che provano. Noi dobbiamo essere veloci nel far girare palla, perché portando questo rombo in zona palla diventa difficile uscire da lì. Ci vuole velocità di pensiero e qualità nel vedere le giocate con la testa, prima che con gli occhi. Dovremo sfruttare le poche occasioni che riusciremo a creare, ma ho visto molto bene in settimana i nostri professionisti, perché di questo si tratta. E i professionisti trovano il verso di come fare il proprio lavoro. Sono giocatori di pallone”.
Ieri Allegri ha detto che Napoli e Inter sono favorite. E’ un segnale che c’è timore verso di voi?
“La Juventus è la più forte. L’ho detto dall’inizio. E’ la squadra più attrezzata, che ha più forza e giocatori di grandissima qualità. Non penso sia stata quella la sua intenzione perche gli specchi stridono se la pensa così. Lui sa assumersi quelle responsabilità che deve avere chi allena la Juventus, perché ha sempre fatto grandissimi risultati nonostante sia rimasta indietro come gli era successo in passato come era successo in queste due partite, a Napoli ha fatto vedere con che personalità può giocare. Loro sono più forte, il Napoli è stato più bravo e si è inserito, ma loro sono i più forti”.
Domani è più un’opportunità o una trappola?
“Che ci siano aspettative è corretto e giusto per noi. Non ci siamo tirati indietro fin dall’inizio né con i discorsi né con i fatti. Noi vogliamo prenderci le nostre beghe e portare in fondo un discorso corretto di risultati e di trasferire ai nostri tifosi quello che è un sentimento verso i nostri colori, la nostra maglia, la nostra storia. Dobbiamo farlo di volta in volta. Non è che se ci troviamo una volta un punto dietro o avanti cambiano le cose, cambiano più per voi perché se vinci sei da scudetto sennò va tutto storto. Sappiamo che la strada è difficile e bisogna essere convinti del lavoro da fare quotidianamente, della testa che dobbiamo avere. Lo dice spesso Sarri che due o tre partite le sanno vincere tutti, per tre o quattro mesi è un po’ più difficile, che si arrivi in fondo tocchi a poche. Noi vogliamo essere una di quelle due o tre che si giocano la competizione o che sono in quelle quattro posizioni davanti. Per cui non dobbiamo lasciarci turbare da niente”.
Si aspettava un’Inter subito così competitiva ai piani alti della classifica?
“Uno si fa delle idee, l’Inter è attraente da fuori. Poi bisogna entrarci dentro e dopo poche partite si ha idea di con chi si ha a che fare. E io da subito ho detto che noi siamo una squadra forte e lo avremmo fatto vedere. Poi ora i giocatori stanno solo mettendo in pratica quello che mi sembrava su carta. Io sono straconvinto che non riperderemo per strada quel che abbiamo costruito, poi è chiaro che mantenere il vincere sempre o quasi diventa impossibile probabilmente, ma noi vogliamo allenarci per l’impossibile perché ci rende tutto più facile”.
Manca poco al calciomercato. Servono rinforzi?
“Sono a posto così. Il miglior mercato è mantenere chi ho. A me piacciono i miei giocatori e mi piacciono anche dal punto di vista morale. Passiamo giornate intere qui perché parliamo anche di altre cose”.
Cosa pensa dei sorteggi dei Mondiali?
“Guardarlo mi avrebbe creato amarezza per l’Italia. Ieri avevo la partita a cui pensare per cui non ci ho messo partecipazione”.
Handanovic ha rinnovato. Il suo rinnovo è frutto di un’aria diversa all’Inter?
“La società è attenta e sa benissimo quello che deve fare, quelli che sono determinati momenti per intervenire e dare forza e tranquillità a un calciatore per dare seguito a un lavoro di squadra, di cui ha a cuore il futuro. Handanovic vuole rimanere, si trova bene e vuole provare a fare il massimo. La società ha capito che era il momento giusto come ha fatto con altri calciatori ed è un lavoro che dà dei vantaggi. Ce ne sono anche altri di cui il direttore mi ha già parlato e lo ringrazio perché mi dà una mano”.
Porterà qualche Primavera in panchina per la difesa viste le assenze?
“Ho a disposizione un numero di calciatori che mi permette di coprire qualsiasi ruolo. Ho quasi tutta la rosa a disposizione. E’ normalissimo avere un paio di squalificati. E’ vero anche che dietro non siamo tantissimi ma ci siamo allenati anche al cambio di ruolo. I giocatori sono professionisti anche in quello. D’Ambrosio farà benissimo il centrale se capiterà. E’ anche fortunato Ranocchia perché ha contro una squadra che verticalizza ed è forte di testa. Si troverà benissimo anche contro avversari fortissimi. Davanti hanno due fortissimi di testa, Ranocchia in questo è come se fosse sul divano di casa, poi dovrà essere più bravo degli avversari. Ma vedremo se anche lì avremo ragione noi”.
Dopo l’esonero ha sentito Montella? Cosa pensa della scelta di Milan?
“Montella è un amico, è stato un mio calciatore e mi ha aiutato a crescere. Attraverso i suoi gol ho fatto risultati importanti. Una persona per bene, squisita, quando lo incontri fuori dal calcio. Mi spiace molto perché ci teneva ed era convinto di poter fare un buon campionato. Non l’ho sentito ma lo farò presto perché gli ho lasciato un po’ di tempo per rendersi conto di quanto successo. A volte quando si fa questo lavoro ci sono momenti in cui non riesci a capire e ti serve un periodo per farlo. Faccio un in bocca al lupo a Gattuso perché è il nuovo allenatore di una squadra forte che ci riguarda direttamente, visto che la città è la stessa”.
Ranocchia ha vissuto anni difficilissimi, anche nel rapporto con i tifosi. Come può superare queste difficoltà?
“Il pubblico di San Siro lo conosco bene. Vuole bene all’Inter e a chi ci è dentro. Fin da subito voleva prendersi delle responsabilità e sarà lì a prendersele anche domani per quanto riguarda Ranocchia, che sa benissimo il fatto suo e ve lo farà vedere per tutta la stagione”.
This post was last modified on 2 Dicembre 2017 - 15:27