Senza tregua. E’appena lunedì ma tante menti nerazzurre sono già proiettate a sabato, all’Allianz Stadium, non un palcoscenico tedesco ma lo stadio della Juventus. In testa l’immagine dello sguardo del condottiero Spalletti Luciano, senza paura, senza timori e appunto, senza tregua.
Ammettiamolo, è stata una domenica da alte vibrazioni per il popolo nerazzurro. Lo è diventata dopo il gol del coscritto Brignoli Alberto, professione portiere, hobby gol e licenza di entrare nella storia di tre squadre: Benevento, Milan e…Inter, perché ora ad ogni de Boer pronunciato dai rossoneri verrà riproposto un Brignoli.
Poi ci ha pensato Caressa Fabio, professione cantautore (o giornalista, dipende dal tempo) che professava: “L’Inter non batterà il Chievo“. Ora, va bene non poter urlare “Andiamo a Berlino” per l’anno prossimo ma da qui a prendersela sempre contro i nerazzurri diventa uno spot di una noia mortale.
Non solo, è stata la settimana in cui Sarri Maurizio, banchiere con concessione di allenare, faceva notare che l’Inter faceva un campionato a parte, come se fosse piacevole per un tifoso della Beneamata organizzare un martedì e un mercoledì sera tra fiction e cartoni animati. La replica “Arrivi settimo e faccia la stessa cosa” è arrivata. Così, senza tregua.
Si va a Torino, si va da capolista e si ascolta il condottiero, niente brutti pensieri, vediamo che succede.
L’annuncio di Luciano Spalletti all’Inter non ha esaltato tutti. L’estate del gran corteggiamento a Conte aveva distolto l’attenzione da un top allenatore che pareva arrivare come seconda scelta. Se così è stato è la miglior seconda scelta della storia del calcio.
Spalletti Luciano da Certaldo, professione kamikaze, rimette a posto una squadra derelitta e ne fa un capolavoro. I nomi principali non sono Perisic e Icardi ma Santon Davide e Ranocchia Andrea, due che nominati lo scorso anno rievocavano lapidazioni immediate.
Santon ieri è stato fenomenale, sopratutto perché si è visto un giocatore che senza paura prova anche la conclusione, una cosa che in passato avrebbe generato ondate di fischi. E Ranocchia? A tratti sembrava anche la versione glamour di Ignazio Moser, conquistator della Cecilia di Argentina, uno che in pratica può far quel che vuole dove vuole. Avesse segnato…guai!
Si va a Torino da primi in classifica. L’effetto Mancini con l’illusione di due anni fa è ancora fresca, per questo sognare costa ancora carissimo. Ma quello che sta combinando Spalletti (+7 sul quinto posto, anche se potenzialmente sarebbe +4 in caso di vittoria Lazio nel recupero) è un buon argomento per guardare dritto negli occhi chi domina da svariati anni e che ora invoca il VAR ad ogni piccola paura.
Perché da Certaldo sta arrivando il vento del terrore, che ha l’efficacia del killer Icardi che vuole i 100 gol con l’Inter, che ha la faccia cattiva di Perisic (sorride solo a saper del 2-2 di San Brignoli), che ha le mani da tarantola di Handanovic e che ha il granito di Skriniar, uno che non ha mai detto di spostar equilibri ma, fidatevi, sposta tutto e in più si chiama Milan.
Un Milan che segna in nerazzurro.
P.s. Nell’ultimo Juventus-Inter espulsi Icardi e Perisic. Non per polemica ma i due avranno motivazioni extra. Giusto per essere fiscali come il VAR.
Sabato sera sarà un divertente esame, senza ansia, senza sogni. Si va a Torino per vedere che cos’è l’Inter. Ma sopratutto: senza tregua.
This post was last modified on 5 Dicembre 2017 - 09:56