Tutto iniziò con quel Milan. Non esattamente l’esordio che i tifosi nerazzurri si aspettavano. Ma il talento c’è, il resto verrà da sé. E infatti, dopo cinque mesi, ‘Milo’ Skriniar ha conquistato tutti i cuori interisti. Letteralmente. Non più palpitazioni né panico: una vera e propria sicurezza che in pochissimo tempo ha scritto una pagina importante della sua carriera, prima, e della storia dell’Inter poi. Ed è bastato tutto ciò a spazzare via i facili scherni con il suo nome.
ALTEZZA MEZZA BELLEZZA
Nato l’11 febbraio 1995. In Slovacchia. Professione: difensore. Le giovanili d’esordio sono quelle del FK Žiar nad Hronom, squadra della sua cittadina. Lì Skriniar si mette in mostra: d’altronde, con una stazza così, ci avremmo scommesso. Dalle 20mila anime della sua realtà si trasferisce a 100km di distanza. Destinazione Zilina, dove le cose prendono decisamente un piglio diverso.
STRADE IMPORTANTI
E’ il 2007, esattamente dieci anni fa, quando Milan Skriniar firma con le giovanili del MSK Zilina. Non proprio lo stesso mondo dove è cresciuto Milo. La città è grande il doppio rispetto alla sua terra natale, mentre gli abitanti sono quattro volte la sua Žiar nad Hronom: per intenderci, lo stadio della prima squadra ne conterrebbe la metà. Una nuova realtà, lontano dagli occhi di amici e parenti ma di fronte a osservatori e tecnici, coloro che con un gesto o una firma sono capaci di svoltare un futuro.
IL MONDO DEI GRANDI
Caceres e Del Piero. Il 25 marzo 2012, la Juventus batte l’Inter allo Stadium, lasciando i nerazzurri a dieci punti dal terzo posto. Due giorni dopo, nel MSK Zilina, Milan Skriniar esordisce in prima squadra. Lo fa a diciassette anni, con la sicurezza di un veterano. Da quel giorno, le partite con la maglia giallo-verde saranno tantissime. A spadroneggiare saranno le sue prestazioni sempre più positive e la sua crescita esponenziale. Ma per entrare nel cuore dei tifosi, Milan ha scelto la strada più facile.
IL VIZIO DEL GOL
In 93 partite con la maglia dello Zilina, Milo è andato a segno 13 volte. Numeri importanti per un difensore centrale che, pur avendo una stazza non indifferente, ha colto nel migliore dei modi le occasioni capitate in area offensiva, e a ciò ha saputo mischiare la freddezza del dischetto. Perchè sì, spesso a calciare i penalty ci è andato lui. Una dote non da pochi quella del gol che nasce il 23 novembre 2012 contro lo Zlatè Moravce. Un giorno prima, sulla panchina dell’Inter c’era Andrea Stramaccioni che, in casa del Rubin Kazan, veniva sconfitto per 3-0 in Europa League. Il motivo? Troppa fiducia nei primavera. Il destino ha voluto però che, dopo cinque anni, fosse proprio un giovane a risollevare i nerazzurri. Un ragazzone di nome Skriniar.
DESTINAZIONE SAMP
Dopo essersi fatto le ossa nel proprio Paese, lottando e portando a casa trofei ad un centinaio di chilometri da casa, arriva la chiamata più importante. Dall’altro lato del telefono c’è una squadra italiana. Carlo Osti, ds della Sampdoria, ha deciso di scommettere su di lui. E il 29 gennaio 2016 e a poche ore dalla fine del mercato, viene ufficializzato il suo acquisto. La torre dello scacchiere di Giampaolo, dal nome quasi sconosciuto, fa il suo esordio tre mesi più tardi, contro la Lazio. Sicurezza e decisione saranno le sue qualità più importanti.
L’IRREPARABILE
L’anno seguente diventerà il miglior giovane con almeno 35 presenze collezionate. In coppia con Silvestre, ex nerazzurro, dopo un primo periodo di ambientamento sfornerà prestazioni da applausi. Tanto da attirare le squadre più blasonate d’Europa. L’offerta concreta arrivò, e le cose oggi non sarebbero quelle che stiamo raccontando. Sul piatto c’erano gli 8 milioni del Borussia Moenchengladbach, un’offerta presentata direttamente all’agente di Skriniar, Csonto. Per un giocatore pagato 600mila euro, l’affare sarebbe stato da top team europeo. Ma tutto saltò, per la gioia di Giampaolo che ha insistito tanto su di lui e che oggi, a distanza di un anno, si prende gran parte dei meriti.
L’INCANTESIMO
Se pensassimo a quanto scetticismo c’era nell’aria la scorsa estate, resteremmo esterrefatti. Grazie al cartellino di Caprari, l’Inter spese complessivamente 20 milioni per portare lo slovacco a Milano. Un difensore arrivato da un anno e mezzo in Italia che, oltre alle prestazioni di rilievo con la Sampdoria, non ha mai fatto parlare di sé. Il tutto, però, solo apparentemente. Perchè con la sua under 21 all’Europeo ha lasciato il segno, e forse è bastato questo per far innamorare Ausilio e Sabatini che lo hanno voluto fortemente all’Inter e lo hanno incoronato titolare. In una formazione in cerca di certezze. Scusate se è poco.
IL NUOVO MURO
Milan Skriniar ha convinto già dalle amichevoli estive. E non è un caso se l’Inter, ad oggi, è l’unica squadra imbattuta in Italia, nel massimo campionato. Si è preso il posto da titolare con le unghie e con i denti, conquistando i propri tifosi con chiusure, anticipi e gol. Sì, i gol, quelli che hanno scritto pagine importanti della sua carriera e che continuano a far parlare il suo passaporto. Ventidue anni. Sedici partite da protagonista assoluto. Tre gol all’attivo e tanta voglia di abbattere ogni record. Abbattere, già, un verbo sconosciuto quest’anno per quello che è diventato il nuovo muro nerazzurro.
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