Mancano solo le visite mediche e le formalità burocratiche, poi Rafinha diventerà a tutti gli effetti un nuovo giocatore dell’Inter. La Gazzetta dello Sport, allora, traccia un identikit tecnico, tattico e umano dell’ultimo arrivo in casa nerazzurra.
RAFINHA, L’IDEALE IN UN CENTROCAMPO SENZA GOL
Il brasiliano, innanzitutto, dovrà inserirsi bene, lavorando sulla parte tecnico tattica, poi dovrà trovare la forma fisica e il ritmo partita. E’ indubbio, però, che l’ormai ex Barcellona potrà dare un contributo importante al centrocampo dell’Inter. Ha giocato in molti ruoli: terzino, falso nueve nella cantera catalana, interno di centrocampo con Luis Enrique. Bravo tatticamente e nei passaggi, Rafinha è veloce e ha buone qualità di dribbling. Ma soprattutto: vede bene la porta, cosa che ultimamente non riesce ai nuovi colleghi. Un giocatore importante, quindi, per Spalletti, che potrà schierarlo anche sulla trequarti, vero nodo del modulo del tecnico di Certaldo. Una volta calati Candreva e Perisic, si è spenta la luce: 2 gol in quasi 700 minuti. Manca un giocatore di fantasia, e Rafinha può proprio muoversi anche da esterno offensivo, riuscendo ad accentrarsi sul sinistro. Potrà permettere anche a Candreva di schierarsi al centro sulla trequarti.
Una ventata di imprevedibilità e fantasia in un centrocampo, quello nerazzurro, decisamente monotono e privo dell’assaltatore. Nella scorsa stagione, chiusa ad aprile per il problema al menisco, il brasiliano ha segnato 7 gol (6 in Liga), vale a dire molte di più di tutto il centrocampo nerazzurro attuale: Vecino ha segnato solo all’andata con la Roma, Borja Valero con il Verona, Brozovic è a quota 3 e Gagliardini e Joao Mario a 0. Poco per una squadra in cui segnano soprattutto Icardi (18 gol su 35, poco più del 50%) e Perisic (7). Insieme, l’argentino e il croato marcano nel 71,4% dei casi nerazzurri. Rafinha potrà anche aiutare ma, ovviamente, ci vorrà un cambio di passo anche da chi, nell’Inter, c’è già.
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