Di Francesco, in attesa di dimostrare finora insospettate doti di grande allenatore, continua a preferire le chiacchiere ai fatti. L’ex tecnico del Sassuolo infatti, ormai noto per le uscite da galletto impettito, non ha perso l’occasione di tornare sul match del Meazza, in cui il portiere Alisson ha salvato la Roma dalle scelte tecniche scellerate del proprio allenatore.
A volte, specie quando il proprio palmares è ricco quanto un osso spolpato, la trovata migliore sarebbe tacere. O quantomeno parlare con cognizione di causa, non giusto per darsi arie, limitando al necessario le proprie uscite. Eppure, nonostante le ripetute lezioni di umiltà incassate negli anni, Di Francesco non sembra aver imparato la lezione. “Il Profeta del nuovo calcio” infatti, ancora una volta, ha perso l’occasione di dimostrarsi un allenatore con la mentalità da grande club. In conferenza stampa, prima del recupero con la Sampdoria, è tornato a parlare di Inter – Roma, gara in cui ha palesemente toppato a livello tattico, stuzzicando i nerazzurri.
Questa la sua dichiarazione: “Bisogna fare delle valutazioni intanto. Noi magari saremo stati meno incisivi, ma spesso abbiamo avuto il pallino della partita. Avremmo forse dovuto essere più cinici e sbagliare meno palloni, creare di più.Tuttavia, mi piace sottolineare che, sì è stata esaltata la grande prova del nostro portiere, ma in altre occasioni questa Roma non l’ha mai impegnato il suo portiere. Non ricordo quando sia stato così determinante come contro l’Inter, in un campionato in cui ci sono tanti portieri, compreso Handanovic, che sono stati determinanti in tante partite”.
Una frecciata nemmeno troppo velata all’Inter del grande ex, Luciano Spalletti. La stessa Inter che ha profanato, certo a detta di tutti a colpi di fortuna e furti, l’Olimpico nella gara di andata. La stessa Inter davanti alla Magica e funambolica Roma. Viene quasi da pensare che il dente avvelenato del caro Di Francesco sia figlio dell’ombra proprio di Lucianone, un malcelato complesso di inferiorità versi chi lo ha preceduto.
Anche perché, i portieri sono pagati per parare. E sono pagati a stagioni, non a singole partite. Perciò fa abbastanza sorridere “un’accusa” del genere, specie da qualcuno che dovrebbe essere al di sopra delle parti: il nuovo che avanza. Sbagliare ogni scelta tattica in uno scontro diretto deve essere una cosa dura da digerire per chi cammina a due spanne da terra.
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This post was last modified on 23 Gennaio 2018 - 15:00