Luciano Spalletti al centro di un caso diplomatico grazie a dichiarazioni fatte da “amico” e non da allenatore. Può una chiacchierata tra amici scatenare un bordello? Sì, se al centro c’è l’Inter. Come quella volta che il Trap…
Dal Trap a Spalletti, quando l’Inter non è protetta da nessuno
Criticare la propria squadra durante una chiacchierata tra amici mancava come tassello. Può una confidenza fatta ad amici o presunti tali (se poi questi spifferano tutto alla stampa) per far nascere un macello? Sì, se al centro del discorso c’è l’Inter.
Lo diceva Mourinho “In Italia una squadra comanda i giornali e l’altra la tv” e all’Inter non restava mai niente. Vi siete mai chiesti come mai da Appiano Gentile salta fuori che Vieri e Di Biagio scappano dal ritiro (col centrocampista che disse “ma quale festino, ero a casa e ho sbagliato“) e mai uno scandalo che succede in casa bianconera o rossonera.
E’ notizia di ieri che Spalletti abbia, forse con un eccesso di lealtà nel chi aveva di fronte, sparato a zero su Totti “Non correva più e se giocava lui si deprimevano gli altri” e sopratutto contro la proprietà Suning “In società non vogliono spendere e l’ambiente è a un passo dalla follia, tipo Roma: sempre sul filo dell’equilibrio.
Vogliono vincere? Anche a Milano non hanno capito nulla, con questa Juve che ha due squadre non si vince una fava!”
Ebbene qualcuno può gridare allo scandalo?
Spalletti ha dichiarato quello che il 99,9% degli interisti pensa ma non dice per paura di offendere una proprietà che ha poco chiaro il concetto di interismo, ossia malattia compulsiva che vorrebbe il nerazzurro in cima al mondo, ma che sa anche ironizzare su quei colori, cosa che da altre parti è impossibile. Saremmo curiosi di interrogare un giorno Zhang Steven e papà sulla storia nerazzurra, partendo da chi è stato Prisco alla formazione dei Record 1989 arrivando alle disfatte, alle vittorie e ad una squadra diversa dalle altre.
Una squadra, due colori, una passione. Non un business. Non una azienda.
Chiedete al Trap cosa sia l’Inter
Il 23 maggio 1991 Giovanni Trapattoni, dopo aver conquistato un secondo posto in campionato e vinto la Coppa Uefa, decise di lasciare l’Inter perché «Cinque anni all’Inter, in questa centrifuga, sono come quindici anni in
un altro club».
Gli altri club del Trap prima dell’Inter quali son stati? Vent’anni divisi tra Milan e Juve, da calciatore e allenatore. E poi la centrifuga Inter.
A Spalletti possiamo solo scrivere una cosa dopo la centrifuga nata da una cena: “Benvenuto all’Inter mister, ma la prossima volta stia attento al coperto e al menu“.