Garanzia. Certezza. L’esserci, ad ogni costo. L’Inter post Triplete aveva bisogno di un leader silenzioso. Capace di sostituire un colosso come Julio Cesar, uno dei migliori tra i pali. C’era bisogno di qualcuno che, senza troppi colpi di testa o atteggiamenti funambolici, lo sostituisse. A sua difesa arrivò Samir Handanovic, con il sogno di diventare il numero uno e l’impegno di chi scende in campo con la voglia di spaccare il mondo, ma senza batter ciglio. Lucido, freddo, distaccato. Con gli occhi di ghiaccio ed il vestito da supereroe.
ZDRAVO SLOVENIA
Samir Handanovic nasce a Lubiana il 14 luglio 1984. Portieri non si diventa, ci si nasce. E lui lo è dal primo giorno, da quando ha iniziato ad osservare il suo cugino più grande Jasmin, oggi al Maribor. Si tuffa e cresce nel Domžale, squadra della Slovenia Centrale, spostandosi così dalla capitale ad una cittadina di 13mila abitanti. Dall’esordio con le giovanili al trasferimento allo Slovan Marica e allo Zagorje, prima di tornare nella squadra dove è cresciuto e disputare le ultime 7 partite in patria.
PARADOSSO UDINESE
A meno di due ore di auto dalla sua Lubiana c’è Udine, la città che cambierà per sempre la sua carriera. L’Udinese lo acquista a titolo gratuito quando ha solo vent’anni. L’esordio è una storia da raccontare ai più piccoli, ed ha del paradosso che in molti ricorderanno. La sua prima volta da portiere bianconero è in Coppa Italia, contro il Lecce il 20 novembre 2004. Al minuto 91 l’arbitro lo espelle per un fallo su Mirko Vucinic. L’Udinese ha esaurito le sostituzioni ed in porta ci va David Di Michele. Professione: attaccante. Risultato? Rigore parato da un calciatore di movimento, trovatosi per caso a sostituire uno dei migliori pararigori del nostro campionato.
INCROCI DA BIG
Nel corso della stessa stagione, ma nel maggio 2005, Samir debutta in Serie A contro la Sampdoria, sostituendo Morgan De Santis infortunato. La sua prima parentesi ad Udine si conclude in estate, con solo tre partite disputate. In estate viene girato in prestito al Treviso e debutta proprio contro l’Inter nella stagione 2005/2006. A risolverla è Adriano con una splendida tripletta, rovinando così l’esordio del numero uno. In inverno passa alla Lazio e, dopo sei mesi in biancoceleste, firma con il Rimini in Serie B. Esordio? Contro la Juventus: Paro e Ricchiuti firmano l’uno a uno nel primo match dei bianconeri nella serie cadetta.
FINALMENTE AL TOP
Dopo aver girovagato arrivando fino a Rimini, Samir Handanovic torna all’Udinese per restarci. Si afferma per cinque anni tra i migliori portieri del campionato, accarezzando anche il sogno di giocare in Champions League. La stagione 2010/2011 è tra le migliori in termini di performance perchè: non subisce reti per 704′ consecutivi e para 6 rigori su 8 fischiati contro l’Udinese. E’ il nuovo record del campionato e con questo traguardo trascinerà i suoi ai preliminari di Champions. Complice però un rigore scabroso di O Mago Maicosuel, i bianconeri non superano lo Sporting Braga ai rigori e devono accontentarsi dell’Europa League.
DA ADRIANO ALL’ACCHIAPPASOGNI
Nel 2012 saluta Udine e firma con i nerazzurri: Samir Handanovic è il nuovo numero uno dell’Inter. Dopo Sarti, Zenga, Julio Cesar e tanti altri, iscrive anche lui il suo nome tra i pali di San Siro. Impiegherà pochissimo per non far rimpiangere il suo predecessore brasiliano, sfornando prestazioni positive e strappando sempre applausi al pubblico del Meazza. Purtroppo la Champions resta costantemente un miraggio: come una porta stregata per un attaccante, solo a lui toccherà difenderla. La rincorrerà anche quest’anno, continuando a stupire da vero supereroe.
BATMAN PARARIGORI
Iceman o Batman, che dir si voglia. La sicurezza glaciale di Samir Handanovic si vede soprattutto dagli undici metri. Sui rigori è letteralmente un valore aggiunto, un bonus costante. Tanto da conquistare il secondo posto nella classifica all time della Serie A: secondo a quota 27. Davanti a lui, un altro ex interista come Gianluca Pagliuca, distante solo 4 penalty. Si è consacrato tra i migliori a livello mondiale in questa specialità ed è entrato nei top 10 del suo ruolo: una certezza per i nerazzurri, anzi una mano su cui poter contare.
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