Tre punti e terzo posto. Questa la sintesi positiva del pomeriggio nerazzurro. Ciò che invece passa momentaneamente in secondo piano sono alcuni elementi, legati ai giocatori in campo. E tralasciando l’atteggiamento di Brozovic, chi finisce nel nostro occhio del ciclone è il suo connazionale: Ivan Perisic.
ASTINENZA DA PANCHINA
Costantemente in campo. Bastano tre parole per descrivere il rapporto tra Perisic ed il terreno di gioco, con il placet di Spalletti. Il tecnico nerazzurro fatica ad escludere l’ala croata, anche nei momenti di crisi più totale. Una conferma costante che si è avvertita soprattutto oggi, nel massimo momento d’emergenza. Il 44 interista contro il Bologna ha sofferto un problema alla spalla, ma lo Spallettone ha preferito gettare nella mischia Gagliardini per difendere il risultato, lasciando così l’esterno ancora in campo. Addirittura infortunato.
IVAN, EX TERRIBILE
Metamorfosi totale quella del croato tra prima e seconda parte di stagione. Dalla strapotenza offensiva sull’out di sinistra ad una rapida ma costante involuzione. Il Perisic di oggi è irriconoscibile: mai cinico sottoporta, mai capace di dare l’impressione di poter fare la differenza. In più, il suo estraniarsi dal gioco dei nerazzurri implica una tendenza a non cercare rivincite contro se stessi, per tornare ad essere letale. Oggi è toccato ad Antonio Candreva sedere in panchina, bocciato dopo un periodo decisamente no. Situazione pressochè identica per il croato, premiato però troppo spesso dal suo tecnico che evidentemente lo ritiene insostituibile. Dalla genialata Karamoh alla dura consapevolezza: ad Ivan Perisic qualche minuto di panchina oggi non guasterebbe.
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