Thiago Motta, ex centrocampista nerazzurro dell’annata da sogno che portò al triplete, ha parlato a France Football alla vigilia di Real Madrid – Psg. L’italo brasiliano ha accennato anche a quella favolosa cavalcata vissuta con l’Inter.
Thiago Motta ha dichiarato: “Non dovremo adattarci al modo di giocare del Real. Serve che il tuo gioco corrisponda alla tua identità. Quando giocavo all’Inter e siamo andati a giocare la semifinale di Champions a Barcellona nel 2010, il nostro modo di giocare è stato quello di stare in undici nella nostra metà campo e poi provare ad attaccare in contropiede. Questo non è il gioco del PSG. Ma questo non vuol dire che bisogna partire all’attacco, come dei pazzi in avanti. Bisogna trovare l’equilibrio. Ma per qualificarci dovremo essere il PSG, tutto qua”.
“All’Inter la difesa era composta da undici persone. Samuel e Lucio sono stati degli ottimi difensori, ma anche Eto’o e Milito sapevano difendere. Questa è la cosa importante, restare fedeli alla propria identità e giocare con quella senza rinnegare se stessi e i risultati si sono visti. Al PSG invece siamo abituati a giocare in attacco”.
Motta ha poi proseguito: “Per creare l’alchimia giusta per arrivare al successo, il mister è sempre fondamentale. I questo Mourinho è stato un grande, è un vero maestro. Aveva una tale personalità… Alcuni dei nostri giocatori, non avevano questa personalità. Ma lui ce l’ha trasmessa, anche a chi ne aveva di meno. Credo sia stata questa la chiave del triplete nel 2010″.
“Nonostante abbia vinto due Champions, non ho mai giocato una finale. Nel 2006 ero in panchina e non sono mai entrato in campo. Nel 2010 ero squalificato a causa di un cartellino rosso preso a Barcellona. Ora sarei contento di giocarne una, ma non è un’ossessione, l’importante è vincere, che vinca la squadra”.
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This post was last modified on 13 Febbraio 2018 - 18:06