L’alba del giorno dopo, in casa, nerazzurra, è un pochino più serena dopo il 2-0 al Benevento. Proprio questo, però, è uno dei pochissimi aspetti positivi del match del Meazza, insieme (per ora) alla classifica e alla difesa inviolata.
L’ALBA DEL GIORNO DOPO: INTER, RINGRAZIA I CENTRALI
Il risultato è davvero l’unica cosa da salvare della partita con il Benevento? Probabilmente sì, dato che è la migliore notizia che arriva da San Siro dopo il 2-0 rifilato agli uomini di De Zerbi. L’altro, probabilmente, è la difesa. Non solo perché l’Inter, per la prima volta nel 2018, termina una partita senza subire reti (l’ultima, sempre a San Siro, risale allo 0-0 del 30 dicembre con la Lazio), ma anche perché, a regalare la vittoria a Luciano Spalletti, sono stati proprio Milan Skriniar e Andrea Ranocchia, entrambi di testa (11 gol in questo fondamentale per i nerazzurri).
L’altra notizia buona, in teoria, sarebbe la classifica: l’Inter sale, seppur momentaneamente, al terzo posto in classifica, che vuol dire Champions. Il problema è che bisognerà sperare in un mezzo favore del Milan con la Roma e del Sassuolo con la Lazio, o tra meno di 15 ore i nerazzurri saranno di nuovo fuori dai primi quattro posti. Ecco perché la classifica è da salvare solo a metà.
INTER PRE SKRINIAR-RANOCCHIA: UN PIANTO
La statistica peggiore è quella dei tiri in porta. Nel primo tempo, la squadra nerazzurra non ha mai tirato verso lo specchio difeso da Puggioni. L’ultima volta che l’Inter non lo aveva fatto è stato il 18 settembre 2016. In panchina c’era de Boer, ma almeno l’avversaria era la Juventus. Stavolta era l’ultima in classifica, che non aveva, e non ha, mai fatto nessun punto in trasferta. La verità è che, se non fosse stato per un episodio, l’angolo del gol (conquistato da Karamoh, più attivo sulla fascia che Candreva in 65′), a quest’ora staremmo parlando dell’ennesimo disastro, e comunque ci siamo andati vicini.
Il resto, un pianto. La squadra a centrocampo è in difficoltà assoluta: Gagliardini e Vecino non trattengono uno scatenato Brignola e gli inserimenti da dietro, ad esempio, di Sandro e Cataldi, che quasi regalava il rigore ai suoi e il potenziale vantaggio a San Siro. Arrivati al limite dell’area, se l’avversario è di caratura inferiore e si chiude, inizia il solito giro-palla a pendolo inutile. Da D’Ambrosio a Cancelo, dal portoghese all’ex Torino, passando per i mediani. Palla a chi è più libero, e non importa se è libero ma a 50 metri dalla porta. Mai un’invenzione o altro. E la peggiore notizia, probabilmente, è che alla prossima c’è il derby.