Il derby è una partita che ha già segnato il destino di Cancelo in Italia. Dopo aver giocato piuttosto bene quello dei quarti di Coppa Italia, malgrado la sconfitta, Spaletti non lo ha tolto più dal campo. Unica eccezione? La panchina contro il Crotone dal primo minuto. Il portoghese è stato intervistato dalla Gazzetta dello Sport, alla quale ha rivelato la sua frustrazione iniziale, quando andare in campo sembrava un’impresa:
“Non si tratta di egoismo ma nessun giocatore è contento quando non gioca. Non ero deluso perché non giocavo, ero deluso con me stesso. Ora è arrivato il momento. Credo di aver sfruttato l’occasione e cerco di dare tutto per la squadra“.
CANCELO: “I DERBY NON SI GIOCANO, SI VINCONO”
Cancelo però non ha parlato solo del passato, ma anche di derby e delle chance nerazzurre di raggiungere la zona Champions:
“Come sta l’Inter?
Sentiamo un po’ di ansia nel giocare bene. Credo che quest’ansia sia contagiosa. Stiamo cercando di migliorare e tornare quelli della prima parte.
C’è ansia anche per il derby di domenica?
Come si dice anche in Portogallo, i derby non si giocano: si vincono. Credo Gattuso stia facendo un ottimo lavoro. Ho visto qualche loro partita, hanno migliorato in difesa e sono più compatti. Calhanoglu e Suso sono due giocatori molto forti. Il Milan ha tanta forza e continuità in mezzo al campo, sono una buona squadra.
Anche l’Inter…
Noi siamo una grande squadra e cercheremo di vincere. Abbiamo una squadra per poterci qualificare in Champions. Ci vorrà lavoro, è facile parlare ma dobbiamo dimostrarlo in campo con i fatti. Stiamo lavorando bene per poter raggiungere quest’obiettivo.
Sta migliorando a livello individuale grazie all’Inter?
Il campionato spagnolo è più tecnico rispetto alla Serie A, ma qui è più difficile il torneo. A livello personale ho imparato tante cose nuove. Comincia a essere un buon anno a livello individuale e spero che possa esserlo anche collettivamente.
Spalletti che allenatore è?
È riconosciuto a livello mondiale, ci aiuta molto. Ho imparato tante cose da lui e gli sono molto grato. È strong, fa lavorare molto e cerca sempre di proporre un buon calcio.
Lei è un prodotto del Benfica…
È la squadra del mio cuore. Sono andato al Valencia dove ho cominciato a capire cos’era il calcio professionistico. Sarà il mio club spagnolo per il resto della vita. Ora sono all’Inter, un grande club con una dimensione completamente diversa e tifosi molto appassionati.
Cos’è per lei il Portogallo?
Sono orgoglioso del mio Paese, siamo una nazione molto piccola ma abbiamo tanti giocatori di qualità. Non è un caso che abbiamo il migliore giocatore al mondo nel calcio (Ronaldo, ndr), futsal (Ricardinho, ndr) e beach soccer (Madjer, ndr). Siamo campioni europei nel calcio e questo dimostra che siamo un popolo umile ma riusciamo a dire la nostra.
Lei è stato allenato anche da Prandelli: cosa le ha lasciato?
Oltre all’impatto che ha avuto sulla mia carriera in quanto allenatore, ciò che mi ha colpito di più di lui era l’uomo, un grande uomo. Ti dà fiducia.
Domenica incrocerà André Silva. Vi parlate in questi giorni?
No, in questi giorni silenzio! (sorride, ndr). Bravissimo ragazzo e giocatore, ma non possiamo parlare adesso.
Se le mostro la foto dei suoi cani Prince e Tyson cosa mi dice?
(Basterebbe lo sguardo, ndr) Sono come i miei figli, vivono a Barreiro e mi mancano moltissimo. Può sembrare assurdo ma darei la mia vita per loro.
È stato conquistato da Milano?
Mi ha impressionato, è bellissima. Rispetto a Lisbona le manca il mare e fa più freddo, ma è stupendo camminare dal Duomo fino al Castello.
Abbiamo visto tutto di Cancelo?
Si può sempre migliorare. La cosa importante è la squadra e che possa aiutarla a raggiungere l’obiettivo.
Visto il lavoro che svolge, si sente un privilegiato?
Certo, poche persone nel mondo fanno quello che piace e guadagnano bene. Ma non scorderò le mie origini. Fortunatamente posso aiutare mio padre e mio fratello.
Cosa ne pensa della lotta scudetto?
Io sono a favore del bel gioco e il Napoli per me è una squadra che lo fa. La Juventus è molto brava a difendere, squadra tipica italiana, difficile da affrontare. Sono un fan di Koulibaly. Ovviamente, escludendo i miei compagni.
Milan, Napoli e Samp: è meglio avere un calendario tosto?
Si, penso di sì. Le piccole squadre creano più difficoltà, si difendono bene e hanno giocatori di qualità. Le gare importanti sono difficili, ma hai sempre spazio per giocare e lo fai davanti a un grande pubblico.