Gara per fenomeni veri quella di domenica sera. Lo sa bene Ivan Cordoba, ex difensore nerazzurro che di derby ne ha giocati tanti. Il colombiano ha parlato ai microfoni di Calciomercato.com: ecco le sue dichiarazioni.
“Scudetto? Secondo me tutti quelli che giungono all’Inter devono farlo per arrivare al vertice. A prescindere dalle ricostruzioni e dai cambi di proprietà. Se giochi a calcio e arrivi qui, devi farlo per vincere, altrimenti non ha senso. Questo è un club che ti offre la possibilità di lottare fino in fondo. Se poi al termine del campionato non riesci ad arrivare primo, allora fai i complimenti agli altri. Ma devi comunque dare fastidio fino al fischio finale dell’ultima partita”. A proposito di lotta, Cordoba commenta così: “Quando sono arrivato tutti sapevano spiegarmi cosa fosse questa società. Parlavo con Moratti e Zanetti e ti spiegavano ogni cosa. Ma era sufficiente anche solo parlare con le persone che lavoravano in Pinetina per capire quanto vivessero sotto pelle la storia di questo club. Per un calciatore è importante scegliere con attenzione le persone che ti stanno accanto, amici ma anche fidanzata o moglie, perché una scelta azzardata potrebbe influire negativamente sull’intera carriera. L’Inter in questi anni l’ho respirata ovunque e alla fine ne è stato impossibile non sentirne addosso la responsabilità”
“In un gruppo con giocatori di un certo peso e con un certo carattere, quelli che arrivano contano fino a 100 prima di parlare altrimenti si limitano ad ascoltare stando attenti a tutto. Ai nostri tempi si ragionava così. Credo che poi ci sia stata una separazione troppo brusca tra l’Inter che è stata e quella che si apprestava ad essere, di punto in bianco nessuno ha più voluto il contributo di chi era li da tanto. E’ fondamentale non farsi disturbare da fattori esterni perché se qualcosa devia la tua attenzione non puoi essere concentrato e di conseguenza allenarti con intensità. La cosa principale deve rimanere la squadra”. Commenta così il cambiamento post Triplete Ivan Cordoba, tappa fondamentale della storia nerazzurra.
“Icardi? Uno che segna 25 gol a stagione non può essere un problema, ma è importante capire cosa significa essere in questo club. Il resto non conta niente, tanto alla fine se non ottieni risultati ti cambiano perché l’Inter è nata per vincere. Oggi i giocatori sono più preoccupati dai follower che da quello che si fa in campo. Non basta: devi andare in campo e farti un mazzo tanto perché con i follower non si vince il campionato. È indispensabile che si al campo e alla voglia di allenarsi. A fine allenamento non è fondamentale controllare quanti like ha ricevuto la propria foto. Sulla fascia ad Icardi, credo si potesse aspettare per farlo maturare ancora. Dopo qualche anno avrebbe sicuramente avuto un peso diverso. Quando accadono queste cose, in qualsiasi squadra non vengono percepite bene. Ma lui è uno che si allena molto ed è un professionista, ma non basta”. Ivan Cordoba torna a parlare dei gradi di capitano, passati troppo in fretta da Zanetti al nove nerazzurro.
Dna nerazzurro: il colombiano parla del suo rapporto con l’Inter e con Moratti: “Suning? Non so che progetti hanno, ma mi capita di ripensare a chi criticava Moratti per i suoi rapporti con i giocatori. Quando andavi con lui ad un colloquio ne uscivi rafforzato, scegliendo di giocare anche per lui con una grande carica. Un giorno, prima di un derby, mi disse che per ottenere la stima degli interisti non serve la giocata, ma dare l’anima per l’Inter. Se sbagli non è un problema, devi solo dare tutto per loro. E da quel momento ho capito tutto”. E su Skriniar: “E’ molto giovane, è questa la cosa più importante. Ha personalità ed ha dimostrato di essere pronto per l’Inter. Spero che la società se lo tenga stretto e che lui resti a lungo: sarebbe bello”.
“Il gol che non riesco a dimenticare in un derby è il 3-2 di Adriano nel 05/06. Una liberazione pazzesca, veniva da un momento difficile, anche perchè per lui ho un grande affetto ed abbiamo cercato di stargli vicino in ogni modo, ma il destino a volte va preso come viene. Festeggiammo molto quel gol. Lui poteva diventare il più forte del mondo, aveva tutto. Unico difetto? Non usava molto il destro, ma in realtà non gli serviva”. Ivan Cordoba ricorda l’aneddoto più bello della storia del derby e, in chiusura, parla di Lautaro Martinez: “Non lo conosco benissimo, ma per lui ha parlato Milito ed è una garanzia per me”.
This post was last modified on 2 Marzo 2018 - 17:20