In casa nerazzurra non è stata una settimana facile: Walter Sabatini si è dimesso, abbandonando il progetto tecnico dell’Inter. A smorzare gli animi ci ha allora pensato Luciano Spalletti.
Il tecnico di Certaldo ha provato a rassicurare l’ambiente. Dopo l’addio a Suning di Capello e Sabatini (senza particolare connessione tra i due), molti pensano che a giugno toccherà proprio all’ex allenatore della Roma, che ha però rassicurato: “Sarò io l’allenatore dell’Inter a luglio“. Ancora una volta, ha fatto quello che, quest’anno, fino ad un certo punto gli è riuscito benissimo: distogliere l’attenzione degli occhi maligni sugli altri, attirando il fuoco nemico su di sé. L’Inter rischia di indebolirsi con l’addio di Sabatini? C’è Spalletti, pronto a dire che resterà in nerazzurro dopo aver conquistato gli obiettivi prefissati con la società.
In una settimana scossa dall’addio dell’ex responsabile dell’area tecnica di Suning, ha tentato di ridurre la pressione. E le sue parole non sono di circostanza, dato che ha più volte mostrato la sua dedizione alla causa del Biscione. “L’Inter viene prima di tutto”, le parole del tecnico. Ha completato la sua opera di allontanamento delle nubi sottolineando, com’è giusto che sia, l’importanza del match con il Verona.
Va però detto che i dubbi che hanno portato alle dimissioni di Sabatini sono gli stessi che ha anche Spalletti: mancano garanzie sul mercato. L’ex dirigente si è lamentato della scarsa possibilità di incidere a giugno e gennaio, il tecnico voleva e vorrebbe rinforzi che non sono arrivati e che potrebbero non arrivare. Detto che senza quarto posto sarebbe ancora più difficile vederlo sulla panchina nerazzurra, l’ex Roma avrà bisogno di promesse mantenute e parole seguite da fatti, o potrebbe lui stesso non essere soddisfatto di Suning. L’epilogo, a quel punto, potrebbe non essere molto diverso da quello della vicenda Sabatini.
This post was last modified on 31 Marzo 2018 - 00:02