Juve – Inter ’98, dopo 20 anni certi soggetti ancora non hanno imparato a tacere

Certe pagine di storia sono così nere da risultare inquietanti. Pozzi oscuri e senza fondo, vasi di pandora che rischiano di spalancare scenari apocalittici a distanza di anni. Stralci cupi e nefasti, momenti che sarebbe meglio accantonare, seppellire con vergogna, pur senza dimenticare. Con i dovuti termini di paragone, specie alla luce di quanto emerso con Calciopoli, Juve – Inter del 1998 può entrare di diritto in questo libro nero della vergogna. Oggi, dopo 20 anni, proprio la persona che più di tutte avrebbe dovuto imparare la lezione, ha invece perso l’occasione di fare bella figura tacendo: l’arbitro incriminato, Piero Ceccarini.

20 ANNI E ANCORA NON SI RIESCE A TACERE…

In quel ’98, l’Inter di Simoni era una squadra bella da vedere e efficiente. Ronaldo era una divinità al massimo della propria espressione artistica, Zamorano un killer implacabile. I nerazzurri, dopo 3 anni dalla seconda venuta della famiglia Moratti, sembravano perfettamente attrezzata per assaltare il trono della Juventus di Del Piero, fresca, come di consueto, di sconfitta in finale di Champions contro il Borussia Dortmund.

Quell’anno l’Inter riuscirà comunque a portare a casa un trofeo, trionfando in Coppa Uefa, battendo in finale la Lazio di Mancini e Casiraghi al Parco dei Principi di Parigi. Tuttavia quella stagione verrà ricordata maggiormente per un episodio che a distanza di 20 anni fa discutere ancora: l’ormai celebre scontro fra Iuliano e Ronaldo, un “fattaccio” che decise probabilmente l’esito di quel campionato.

SI CERCA ANCORA DI INDORARE LA PILLOLA

Ormai sarebbe inutile rivangare a distanza di due decenni una storia tanto “losca”. Specie dopo quanto emerso con  Calciopoli: il quadro ha acquistato chiarezza, seppure con molto ritardo. Pur senza la possibilità di ottenere una giustizia retroattiva, è stato in qualche modo consolatorio vedere i sospetti diventare certezza, le voci di corridoio divenire prove inoppugnabili. Certi scheletri non vanno dimenticati, ma vanno sepolti molto in profondità, dato tutto quello che si portano dietro. Eppure non tutti pare abbiano l’acutezza di comprenderlo.

Oggi, infatti, l’arbitro colpevole di quell’atto di deliberata “omertà” sportiva, è tornato a parlare. Insistendo, non solo circa la propria innocenza, ma affermando addirittura di aver preso la scelta giusta. Ceccarini ha riaperto quel vaso di Pandora ormai dimenticato, ha riattizzato un fuoco sopito ma mai del tutto spento.

Qualcosa non solo veramente ai limiti del comico, come dichiarato dal defraudato Gigi Simoni, ma ai limiti della decenza. Dell’insensatezza. Qui, con tutto quello che è successo nel mezzo, si pretende ancora che la gente abbia le fette di prosciutto sugli occhi e che non sappia vedere e ragionare con il proprio cervello.

Si cerca ancora di proteggere, difendere e incoraggiare un sistema marcio e corrotto, fonte di dispiaceri e dolore per tutte le tifoserie italiane meno una. Di difendere l’indifendibile, di far passare per bianco e puro l’abisso più sporco e nero. Si prova a infiocchettare una bomba e farla passare per regalo.

LASCIARE CHIUSO IL VASO DI PANDORA SAREBBE COSA BUONA E GIUSTA

Ora ci aspetta una sequela di domande e risposte che nessuno avrebbe voluto, di retroscena scomodi o inventati, di insulti e frecciate più o meno velate. Proprio quello di cui il calcio italiano, ancora malconcio e convalescente dopo quello scandalo deplorevole, non ha bisogno.

Da parte in causa, essendo, pur cercando di rimanere professionale, distaccato e obiettivo, un tifoso a mia volta, non pretendo che si dimentichi. Anche perché dimenticare sarebbe un errore, sarebbe come lasciar correre, far finta di nulla. Permettere che la storia, un domani, si possa ripetere.

Tuttavia, specie quando si è in torto marcio, si farebbe una figura migliore tacendo. Senza agitare gli animi di chi veramente ha vissuto sulla pelle quegli anni neri, senza giustificare o minimizzare delle colpe indifendibili. Caro Ceccarini ci faccia e si faccia un favore: la prossima volta, declini l’invito a rilasciare un’intervista riguardo a certi eventi… o perlomeno corregga il tiro in modo da dare dichiarazioni accettabili.

 

Fonte immagine in evidenza: Screen Youtube

 

 

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