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Vecchi: “Il nostro obbiettivo è arrivare in finale per lo Scudetto. Futuro? Se…”

Vecchi, allenatore della Primavera nerazzurra vanta già un curriculum di tutto rispetto, perlomeno a livello giovanile. La sua Inter è ormai affermata ai massimi livelli già da diverse stagioni e anche quest’anno è arrivata alle final 4 che decreteranno la vincitrice dello Scudetto. I baby nerazzurri affronteranno i pari età della Juventus, in un Derby d’Italia delicato e importantissimo. In vista della semifinale, TuttoSport ha intervistato l’allenatore della Primavera nerazzurra. Ecco le sue parole.

NON MI PENTO DI AVER SCELTO LA PRIMAVERA NERAZZURRA

Vecchi esordisce ai microfoni del quotidiano torinese, parlando del suo discusso approdo, nel 2014, sulla panchina della Primavera dell’InterQuella scelta fu criticata da molte persone e in tanti mi chiesero perché abbandonai la panchina del Carpi in Serie B, una vetrina importante. Penso che dopo quattro anni la risposte sia arrivata. Finora è stata un’avventura positiva, a me piace allenare e il fatto di essere nella Primavera non l’ho mai visto come un passo indietro, ma come un percorso di crescita personale. Poi c’è stata anche la parentesi in prima squadra, ma è stata casuale, non era uno degli obiettivi quando ho accettato la proposta dell’Inter. Ad ogni modo non mi pento della scelta fatta, anzi”.

Comunque sia, tre vittorie in Serie A in quattro gare è un curriculum che in pochi possono vantare.

“Può darsi, ma ripeto, non ho mai visto il mio approdo in Primavera come un trampolino per passare alla panchina dell’Inter. So che se vorrò arrivare nel grande calcio, devo trovare una strada diversa da questa”. 

Lei ha ancora un contratto con l’Inter fino al 2020, ma, detto sinceramente, ha rifiutato delle proposte importanti in questi anni?

“Si, molte. A volte ho rinunciato a delle situazioni che non mi sembravano adatte al mio percorso. Poi è chiaro che se dovesse arrivare un’opportunità veramente importante, la valuterò. La società lo sa e mi ha sempre detto di pensare al meglio per me, di non farmi problemi e pensare alla mia carriera”.

In nerazzurro ha vinto tantissimo, può già fare un bilancio di queste quattro stagioni?

“Sicuramente sono stati anni positivi, però secondo me potevamo fare anche qualcosa di più. In particolare il primo anno, nel ’14-15, avevamo uno squadra fortissima, ma vincemmo solo il Torneo di Viareggio. Purtroppo giocammo le finali senza i nostri uomini cardine, Bonazzoli e Puscas, che erano ormai nel giro della prima squadra. Per bilanciare tuttavia, altre abbiamo anche raccolto più di quanto fosse lecito aspettarsi, come quando due anni fa battemmo la Juventus un finale di Coppa Italia. La Youth League di quest’anno? Il rimpianto è essere arrivati ai rigori contro una squadra fortissima come il Manchester City, e aver gettato via la possibilità di vincere con due rigori di vantaggio. Però bisogna dire questo: se avessimo passato il turno, non avremmo disputato il Torneo di Viareggio e non l’avremmo vinto. Quindi bisogna vedere il bicchiere mezzo pieno”.

VOGLIAMO LA FINALE, DOBBIAMO MOLTO A SPALLETTI

Mercoledì affronterà la Juventus in semifinale: che gara si aspetta?

” Sicuramente dura ed equilibrata come le due giocate in campionato. All’andata finì 1-1 con nostro gol nel finale, al ritorno vincemmo a Torino 1-0 grazie anche al nostro portiere. Hanno vinto meritatamente con la Roma e arrivano pronti al match, noi siamo fermi da più settimane. Hanno un ottimo potenziale offensivo con Olivieri e Jakupovic, ma noi vogliamo andare in finale e siamo ben consci del nostro potenzialità e dei nostro punti di forza”.

La Youth League sarà un obiettivo per la prossima stagione?

“Sicuramente, anche perché, a prescindere dal risultato delle finali, ci siamo già qualificati grazie all’obiettivo raggiunto dalla prima squadra e per questo abbiamo ringraziato Spalletti. Ha ottenuto un grande risultato per l’Inter, ma anche per il settore giovanile, dato che potremo entrare nella competizione dalla porta principale.

Sappiamo che la società sta facendo delle valutazioni sulla “Squadra B”. Come considera il progetto?

“Credo sia un grande passo in avanti per creare quel gradino necessario fra la Primavera, ovvero l’Under 19, e la prima squadra. In Italia non c’è, negli altri paesi ci sono più possibilità per i giovani per crescere nel modo giusto, graduale: l’Athletic Bilbao, per esempio, non solo ha la seconda squadra, ma pure la terza che gioca nei dilettanti. Io sono favorevole, per quanto concerne l’Inter poi valuterà la società ovviamente, se ci saranno i presupposti per farla”

L’INTER RAPPRESENTA IL MATERIALIZZARSI DEI MIEI SOGNI

Che rapporto ha con la dirigenza dell’Inter?

“Ottimo, con tutti. Vivo a stretto contatto con Samaden perché facciamo parte del settore giovanile, ma anche Baccin ci è stato molto vicino. Ma sono legato anche ad Antonello, Gardini, Ausilio, Zanetti e pure Steven Zhang”.

Senta, ma cos’è per lei l’Inter?

“Sia da giocatore che da allenatore, l’Inter è stata il “mezzo” per trasformare i miei sogni in realtà: da ragazzo volevo fare il calciatore e grazie al club nerazzurro lo sono diventato, da adulto volevo fare l’allenatore e con l’Inter sto migliorando il mio bagaglio tecnico. Ha sempre rappresentato il materializzarsi delle mie massime aspirazioni”.

E che giocatore era Stefano Vecchi?

“Scarso, un mediocre medianaccio di Serie C con volontà e corsa: sono rimasto 15 anni in quella categoria, era la mia dimensione. All’Inter avevo fatto un paio di panchine nel ’92-’93, ma non riuscii a esordire: ritenevano potessi diventare l’erede di Oriali, ma si erano sbagliati”.

 

Fonte immagine in evidenza, Screen Youtube

This post was last modified on 3 Giugno 2018 - 18:37

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redazione