Inter che, aspettando i nazionali di ritorno dal Mondiale, sta iniziando a ingranare, soprattutto a livello offensivo. La sorpresa maggiore, sicuramente quella più positiva, è stata l’impatto di Lautaro Martinez. Certo, si tratta di calcio di luglio, ma il toro sembra già un veterano. Corre, lotta su ogni pallone e riesce a dare profondità alla squadra. Con un Icardi che deve ancora recuperare appieno, il vero faro del reparto offensivo finora è stato lui. Sempre pericoloso e propositivo, sempre al posto giusto in area di rigore. A differenza dei suoi ultimi predecessori, soprattutto l’esiliato Gabigol, Lautaro dà l’impressione di essere già pronto al grande salto, di poter essere una pedina imprescindibile, non solo un’arma utile al turn over. Gli impegni, con la Champions di mezzo, saranno molti e ravvicinati, ma panchinarlo con continuità potrebbe fermare una crescita che, ad oggi, sembra potenzialmente esponenziale.
Nessuno mette in dubbio il regno e lo scettro di Icardi, un bomber di livello assoluto e con pochi eguali al momento in Europa, ma siamo proprio sicuri che i due non possano coesistere? Fino ad ora abbiamo sempre assistito alla staffetta tra i due, ma, per quanto Spalletti sia affezionato al 4-2-3-1, parliamo di un tecnico molto intelligente. Già la difesa a 3 potrebbe essere un’idea in cantiere, perché quindi non la virata decisa sulle due punte fisse? Ovviamente Perisic ne uscirebbe sacrificato, dovendo farsi tutta la fascia e perdendo lucidità sotto porta, ma tentar non nuoce. Anche perché Maurito lo conosciamo bene e Lautaro lo stiamo imparando a conoscere. L’attacco atomico non deve essere un problema, ma la soluzione, l’asso nella manica. Il suo arrivo costituisce un’opportunità incredibile, quella di alleggerire il peso della responsabilità dalle singole spalle di Icardi, di condividere l’onere fra fratelli argentini.
I due insieme potrebbero infatti dare via a un binomio molto fruttuoso, capace di generare montagne di goal. Lo scorso anno, quando il capitano si inceppava e Perisic non era in giornata, segnare era un’impresa veramente ardua. Con il numero 10 argentino ora invece, c’è un asso nella manica con tante soluzioni offensive in canna. Con la difesa ancora da rodare e registrare, l’attacco potrebbe essere sorprendentemente l’arma in più, quella che ti permette di colmare il gap con le prime della classe. Senza dimenticare l’apporto importante di Nainggolan ed, eventualmente, di Vidal.
Ora il vero dilemma è uno solo: Spalletti sarà pronto a rischiare di stravolgere l’equilibrio trovato lo scorso anno, per cercarne uno nuovo e, potenzialmente, più redditizio? Una cosa è avere Mauro che canta e porta la croce e fa trenta goal, un altro è avere magari Maurito che ne fa 24/25 e accanto un Martinez che ne fa 20. Lasciare il porto sicuro non è mai facile, ma il nuovo approdo potrebbe regalare molte gioie, soddisfazioni e chissà… magari successi e trofei. In fondo, il 9 e il 10 sono fatti per stare vicini vicini…
Fonte immagine in evidenza: Screen Partita
This post was last modified on 22 Luglio 2018 - 12:03