Mancano solamente venti giorni all’inizio della nuova Serie A; una stagione che vuole abbattere tanti record e che già molti ne ha abbattuti: l’arrivo del giocatore più costoso della storia del campionato italiano, la cessione più costosa per un portiere ed altri record che hanno polverizzato la vendita di abbonamenti sia a Torino, sponda bianconera, che a Milano, sponda, ovviamente, nerazzurra. Dalle parti di Corso Vittorio Emanuele insistenti voci di mercato vogliono ampliare la rosa di Spalletti con acquisti necessari, altisonanti e funzionali: Vrsaljko, Vidal e Barella; ma, si sa, l’unica certezza del mercato è il passato ed i nuovi giocatori sono quelli che varcano quotidianamente la soglia del centro sportivo di Appiano Gentile: cerchiamo quindi di capire come questo “passato recente” si sia ambientato ed amalgamato, dopo tre settimane di lavoro, con gli schemi dell’allenatore di Certaldo.
DE VRIJ, FISICO, TECNICA E UNA PAROLA D’ORDINE: OPZIONI
Già acquistato a parametro zero in febbraio ma ufficializzato solo a giugno, il forte difensore centrale ex Lazio è sinonimo di garanzia. Marcatore efficace grazie al fisico possente al quale abbina il meglio della scuola Oranje: tecnica sopraffina e abilità di lettura di alcune situazioni tattiche spinose; per “l’alchimista” Spalletti, capace di mescolare moduli, schemi difensivi ed offensivi, il nuovo numero 6 è uno tassello imprescindibile. Nelle prime amichevoli i carichi di lavoro si sono fatti sicuramente sentire e la poca lucidità non lo ha agevolato: una delle note positive è sicuramente l’affiatamento che sta, via via, crescendo con il nuovo compagno di reparto Milan Skriniar. Una coppia centrale di notevole autorevolezza con l’esperienza internazionale di Miranda che veglierà su di loro.
ASAMOAH, SETTE VOLTE CAMPIONE D’ITALIA MA IN CERCA DI RIVINCITE
Il secondo acquisto a parametro zero della saggia campagna estiva di Ausilio è il ghanese ex Juventus. Eclettico. Già dalle prime dichiarazioni in conferenza stampa ma, soprattutto, dalle prime sgambate in amichevole si nota come questo “tuttocampista” sia arrivato a Milano con la grinta e la cattiveria giusta: doti che gli hanno permesso di vincere sette campionati e partecipare, da titolare, alle tanto agognate coppe Europee. Schierato terzino contro il Lugano e centrocampista centrale contro il Chelsea, Asamoah sarà la vera e propria “chiave tattica” del gioco spallettiano. L’equivalenza sembra chiara: più moduli diversi significa diverse possibilità per cogliere di sorpresa l’avversario.
MATTEO POLITANO, SE NON PUOI BATTERLO DIVENTANE AMICO
La sua punizione a San Siro di fronte alla curva nord gremita di tifosi fu il simbolo, l’ennesimo, di una disfatta preannunciata. Il 20 maggio, come la fenicie, il più nobile dei volatili, siamo resuscitati dalle nostre ceneri. Come diceva Giulio Cesare: “Se non puoi sconfiggere il tuo nemico fattelo amico”. E così è stato. Amore a prima vista: rapido, veloce, baricentro basso che garantisce stabilità ed un sublime sinistro a rientrare che mancava nella rosa nerazzurra dai tempi del Triplete; Matteo Politano è tutto questo, può agire da seconda punta, o da esterno, può entrare a partita in corso e creare superiorità numerica in ogni parte del campo. Non sarà un nome altisonante ma sicuramente sarà un ottimo jolly per scardinare le difese organizzate di tutte le squadre di Serie A. Nelle prime amichevoli è stato provato molte volte come esterno alto di destra: questa posizione permette al ragazzo proveniente dal settore giovanile giallorosso di rientrare per creare spazio al terzino (Vrsaljko?) che arriverà, sia in sovrapposizione che dal mercato.
IL NINJA, RADJA NAINGGOLAN: L’ALFIERE DI SPALLETTI
Il fiore all’occhiello della campagna acquisti. Giocatore estroverso, sia fuori che dentro al campo. Un lottatore, un uomo di Spalletti che forse è stato l’unico allenatore che lo ha capito, gestito e fatto diventare Top Player a livello internazionale. Nel pre-campionato è stato bloccato da noie muscolari. L’unica partita giocata contro il Lugano ha fatto capire ai 4mila fedeli nerazzurri di che pasta è fatto: falli, contrasti, corse e consigli ai più giovani. La sua posizione di trequartista d’assalto ricorda quella di Sneijder: gol, assist e palloni sporchi recuperati. Milano è città che non perdona ma il Ninja ha spalle larghe e la faccia di chi non si preoccuperà troppo di quello che pensano gli altri. Come sempre farà parlare il campo.
LAUTARO, “EL TORO” DI BAHIA BLANCA: A SCUOLA DAL CAPITANO
In un mondo che sta sempre più diventando social, ogni foto, hashtag o frase interpretata può risultare sempre come un principio di cessione, litigi o dichiarazioni d’amore eterno. Icardi e Lautaro celebrano, a casa del capitano, il primo mese di vita nerazzurra del numero 10 con tanto di San Siro come sfondo. Un’immagine che fa innamorare sempre di più i già invaghiti tifosi della Beneamata. Un numero 10 atipico il giovane argentino: dimentichiamoci Maradona, Messi o Ronaldinho. Non c’è questa fantasia, assolutamente. Lautaro Martinez è pura “garra” sudamericana. Fisico da lottatore, muscolatura massiccia gli permettono strappi in velocità ed una totale protezione del pallone. Tevez ha dichiarato che si rivede molto in lui, io non posso fare altro che confermare le parole del 10 Xeneizes. Come il primo Tevez, infatti, il classe 1997 può giocare in tutte le zone dell’attacco, sia da esterno che da punta di raccordo e, all’occorrenza, anche punta centrale; il partner perfetto per il capitano nerazzurro. Nota a margine: il ragazzino segna, e tanto.