No, non ci voleva. Un avvio di campionato così stentato, proprio nell’anno del ritorno in Champions League non ci voleva. Un punto fra Sassuolo e Torino, con una prestazione pienamente insufficiente all’esordio, complice qualche errore arbitrale e un autentico harakiri nella serata di ieri contro i granata. Inter, ma cosa combini? Dalla notte dell’Olimpico di quel maggio ormai lontano sembrano passati già tanti mesi, per non dire anni. Dalla grande rimonta alla solita Inter.
Eppure l’inizio di partita ieri era stato assolutamente incoraggiante: la squadra di Spalletti aveva quantomeno accettato la sfida di riscattare il pessimo approccio del Mapei Stadium, scendendo in campo in linea con il rischiamo severo e accorato della Curva Nord: “Corri e lotta”. Sì, la squadra ha lottato come doveva nei primi 45 minuti, concedendo poco o nulla a un Torino a tratti confuso e stendendo la banda di Mazzarri sotto i colpi di Perisic e De Vrij. E poi? Poi il copione classico a tinte nerazzurre, quel copione che conosciamo quasi come conosciamo noi stessi. Sappiamo che il rischio di serate come quella di ieri c’è sempre, ma finché non lo vediamo realizzato speriamo che non accada.
A volte basta un minuto di distrazione, come quella per il gol di Belotti, a stravolgere l’andamento di una sfida che aveva tutto per essere positivo e persino degno di applausi. D’Ambrosio che sbaglia la diagonale, Handanovic che esce dai pali in maniera sconsiderata e quasi imbarazzante. La serata che si appresta a svoltare. E da lì, il buio. La squadra ha confermato di non saper reagire alle difficoltà e al primo momento chiave del nuovo campionato è affondata con entrambi i piedi sotto gli assalti granata, gasati dal Gallo e premiati dal pareggio dell’indomito Meité. Anche lì, Handanovic rivedibile. E forse, dopo anni di tutto rispetto nel massimo campionato, per il portiere sloveno il palcoscenico inizia a diventare troppo ingrombrante…
Anti-Juve, anti-Roma, anti-Napoli. No. L’Inter è semplicemente l’Anti-Inter. Perché siamo specializzati dal 1908 nell’essere gli artefici delle nostre disfatte e la causa del nostro male. Spalletti sa bene che la squadra ha più valore della passata stagione ma sa anche che alcune pecche ci sono ancora e sono destinate a restare. E quella notte di fine agosto uscimmo a riveder…la nostra solita Inter.
This post was last modified on 27 Agosto 2018 - 10:18