Alessandro Altobelli, leggenda nerazzurra ha commentato in un’intervista a Tuttosport cosa pensa dell’Inter di Luciano Spalletti. Intervista Altobelli, le parole dell’ex bomber nerazzurro.
INTERVISTA ALTOBELLI, IL COMMENTO DELL’EX BOMBER
“Il club ha condotto una buona campagna acquisti inserendo almeno 4-5 giocatori che possono migliorare la rosa rispetto alla scorsa stagione. Invece abbiamo perso a Sassuolo disputato un buon primo tempo col Torino, prima di calare vistosamente, e infine giocato un’ottima ripresa a Bologna. Ma credo che l’Inter potrà dare fastidio a tutti, Juventus compresa. E farà bene anche in Champions. A patto che tutti scendano in campo con determinazione, coraggio e voglia di vincere”.
Quindi queste difficoltà iniziali non la preoccupano?
“No, a inizio campionato può succedere. Hanno faticato anche Roma, Napoli, Lazio, Milan e la Juventus a Verona col Chievo. Senza dimenticare che a Reggio Emilia con il Sassuolo la squadra era molto rimaneggiata. Vrsaljko non ha giocato, Perisic è entrato solo nel secondo tempo, Asamoah è stato utilizzato da esterno offensivo. Secondo me, Spalletti avrebbe dovuto buttare dentro subito tutti i nuovi. Era la prima giornata: avrei messo la squadra migliore. E vedevi come andava”.
All’Inter non manca un vero regista in mezzo al campo?
“Infatti il club ha cercato di prendere Modric fino all’ultimo. È chiaro che, rispetto alle squadre migliori d’Italia e d’Europa, l’Inter ha un centrocampo diverso. Ma adesso non bisogna sottolineare sempre quello che manca. Bisogna mettere la testa giù e pedalare. E rialzarla a gennaio quando riapre il mercato”.
L’Inter avrebbe potuto fare un tentativo per Chiesa che anche in Nazionale sta dimostrando di avere una marcia in più?
“Non credo. La squadra è già coperta in quel ruolo. E non avrei mai dato via Perisic. Però, nomi a parte, l’Inter deve tornare a pensare di poter prendere i migliori in circolazione, come quando Massimo Moratti comprava i calciatori che poi hanno conquistato il Triplete. Bisogna tornare a quello spirito”.
E Icardi? Ogni allenatore gli chiede di svariare di più. È giusto?
“Icardi ha sempre segnato 20 gol a stagione. È vero che in questo avvio di stagione non ha ancora fatto gol. Ma parliamo di due partite perché a Bologna non c’era. Allora Ronaldo, a secco da tre gare, non segna da più tempo. Per me Icardi è uno dei migliori centravanti del mondo. E credo che Spalletti sappia come usarlo. L’argentino è un uomo da area di rigore. La questione è semplice. Se la squadra lavora per lui, Icardi segna gol a grappoli. Se non lavora per lui, Icardi non segna. Andare troppo fuori dall’area non è il suo mestiere. È un lavoro che compete ad altri. Icardi deve segnare”.
Lei è calcisticamente innamorato dei numeri 10 di una volta?
“Non ci sono più. Nemmeno in Italia dopo Totti e Del Piero. E infatti la Nazionale soffre. Ora esistono gli esterni che devono lavorare sulle fasce e accentrarsi. Il calcio va in questa direzione. Ma la regola fondamentale non cambia: le partite vengono decise da quelli bravi”.