Per preparare bene una gara attesa sei anni ci vuole poco. “La Champions League è la Disney del footbal” dichiara un determinato Luciano Spalletti ai microfoni del Media Center di Appiano Gentile. “La squadra non è confusa, sappiamo cosa fare. Siamo calati per intensità ed i gol mancati possono infondere timore ai ragazzi.” Serve una gara da sogno per l’Inter: pubblico, sentimenti e location ci sono.
ICARDI, KANE E LA DIFESA A 3
Pochi attaccanti al mondo sono paragonabili ai capitani di Inter e Tottenham. Senso del gol, fisicità e ruolo di primo piano all’interno della squadre sono le caratteristiche che più li accomunano. Entrambi stanno vivendo un periodo poco felice dal punto di vista realizzativo:”Kane ha i numeri da attaccante forte. La squadra si appoggia a lui, le sue sponde mandano in porta molti compagni”. Il numero 9 interista non segna dalla scorsa stagione, ha sicuramente meno minuto nelle gambe del collega inglese:”A lui piace attaccare la profondità. In certe situazioni è uno dei più forti. Ma bisogna affollare meno l’area per trovare più spazi grazie alla tecnica di alcuni nostri calciatori.” Con il probabile forfait di Vrsaljko e D’Ambrosio l’allenatore di Certaldo opterà quasi sicuramente per la difesa a 3:”Abbiamo sempre giocato con la difesa a 4, ma in fase di possesso abbiamo costruito anche con la difesa a 3. Dipende dall’avversario e da quanto vuoi costringerlo a fare le cose che vuoi tu. D’Ambrosio soffre per la contusione rimediata sabato: non escludo che si giochi a tre con i due esterni a tutta fascia.”.
TOTTENHAM: VELOCITÀ E TECNICA
Una squadra con caratteristiche offensive spiccate: velocità, tecnica e fisicità per 90′. Un grosso problema per gli uomini di Spalletti:”In queste partite non siamo stati in grado di esprimere le nostre qualità. Dal 75′ se si va sotto c’è quasi la convinzione di non riuscire più a riprendere la partita. Il calo d’intensità non mi è piaciuto, domani sapremo se abbiamo imparato la lezione“. La conferenza stampa di Spalletti si conclude e si sofferma su altri due aspetti: il ruolo di regista, che sembra mancare nella rosa, ed il ‘problema’ di esperienza Europea per molti giocatori. “Brozovic è calato molto nel secondo tempo perché fa troppa strada e tocca palloni inutili. Deve concentrarsi nel mantenere ordine in mezzo al campo”. La Champions League viene definita “una nuova giostra”, l’esperienza manca ma “chi non l’ha mai vissuta sarà felice di farlo. Ne sono convinto”. Tutto, o quasi, in una serata da pelle d’oca: per i giocatori, per i 60mila del Meazza e per chi sarà incollato alla TV. Il ruolo di sfavorito potrebbe far ritrovare orgoglio, fame e cattiveria. Ora tocca a voi.