Spalletti nelle interviste post partita ha parlato dei dubbi sul rigore, della piccola discussione con Keita e della sua convinzione nella squadra.
SPALLETTI: “NON INIZIAMO A DIRE COSE STRANE SUL RIGORE, PER UNA VOLTA CHE CE LO DANNO…”
“Per convinzione siamo cresciuti, all’inizio troppo bassi, ma la squadra ci ha messo del suo e ha fatto risultati che mettono un po’ a posto la classifica”.
“Il rigore è rigore, se no rivediamo quello dello scorso anno con l’Udinese o quello di quest’anno col Parma. Questo è braccio largo, deviazione della palla, stava arrivando Vecino… calcio di rigore. Una volta che me lo danno, me lo volete levare. Hanno fatto una grande partita, bravi, ma più di così non posso dirgli. Abbiamo vinto meritatamente. Se non palleggio meglio, si soffre fino alla fine. Il gol lo hanno fatto con fortuna anche loro, tiro deviato e gol. Un po’ trovato, noi li abbiamo fatti regolari. Dico loro bravissimi, giocato una gran partita. Modo moderno, allenato bene, fanno vedere un buon calcio”.
“Loro in fase difensiva li conoscevamo, difendono 4-3-3. Quello che ci ha creato problemi sono le perdite di palla banali, con una Fiorentina che fa girare bene il pallone. Per il palleggio sono tra i migliori. Dobbiamo mettere a posto l’uscita di palla in costruzione. Abbiamo riconquistato palle importanti, ma non le abbiamo concretizzate”.
SPALLETTI: “KEITA? CI PIACE MORDERCI TRA UOMINI…”
“E’ una cosa che si può dire a fine partita. La squadra faticava a portare palla davanti, loro pressavano. Noi avevamo le punte aperte, volevo che Politano e Keita stavano più dentro al campo… Da seconda punta Keita ci ha messo a posto le cose, prendeva palla dentro, saltava gli avversari. A destra non riuscivamo a trovarlo, non capiva cosa volevo. Lui voleva andare alla bandierina, però volevo comunicare la mia idea. E’ un modo di parlare preso dal momento. Se nello spogliatoio ci mordiamo… a volte ci piace anche morderci tra uomini”.
“Non sono arrivato demoralizzato, io devo fare risultati se no faccio la fine di tutti gli altri allenatori in questi sei o sette anni. Firmando il contratto volevo un certo tipo di squadra. E la squadra è quasi completa. Vrsaljko è un costo far giocare sempre D’Ambrosio tutte queste partite. Ci ho pensato bene, era quello che volevo, e si va dritti fino in fondo. Sono questi gli uomini che volevo”.