Ieri a Roma c’è chi ha fatto la fila, a mezzanotte, per comprare l’autobiografia “Un capitano” di Francesco Totti. Moltii passaggi interessanti. Uno di questi riguarda una rissa sfiorata con Luciano Spalletti: quante discussioni nell’ultimo periodo romano. Spalletti Totti, ecco ciò che accadde (secondo l’ex capitano giallorosso).
SPALLETTI TOTTI, L’ESTRATTO DELLA RISSA
Totti: “Quando l’ultimo di noi è entrato si chiude la porta alle spalle, sbattendola, e comincia a urlare. Il io armadietto è il più lontano dall’ingresso, sono accanto a De Rossi e Florenzi, chinato sulle scarpe che mi sto sfilando. Non mi accorgo dell’improvviso silenzio. Quando rialzo la testa trovo la faccia di Spalletti a un centimetro dalla mia. Mi aspettava: “Basta, hai rotto le palle, pretendi di comandare e invece te ne dovresti andare, giochi a carte malgrado i miei divieti, hai chiuso”. Il tutto gridato al massimo volume. E’ l’ultimo litigio tra me e Spalletti, nel senso che perdo le staffe anch’io e ci devono separare in quattro perché altrimenti ce le daremmo di santa ragione. Di lì in poi, chiuso. Recuperata la calma lui va in sala stampa a dire che anche se ho segnato io il merito della rimonta è della squadra”.
Totti racconta quando Spalletti lo cacciò da Trigoria, nel febbraio 2016.
Spalletti: “Basta, inutile proseguire, tanto non capisci. Hai sbagliato, e adesso vai a casa”.
E’ la punizione più umiliante. Cacciato da Trigoria. Io. Cacciato da casa mia. Tremo dalla rabbia.
Totti: “Molto bene, accetto la sua punizione. Vedremo se sarò io o sarà lei a pagarne le conseguenze”.
Spalletti: “Mi stai minacciando?”
Totti: “Lei sa che a Roma la gente è dalla mia parte. Io ho soltanto parlato bene di lei, eppure mi vuole cacciare. Si assuma le sue responsabilità”.
Spalletti: “Tu ormai sei come gli altri, dimenticati di quando eri insostituibile”.
Totti: “Vigliacco, adesso non ti servo più mi rompi il cazzo, eh? Sei tornato qui von una missione, portala a termine!”.
Ce le diciamo tutte, alla fine di sottinteso non resta nulla. Me ne vado stremato.