Continua a far parlare la telecronaca del duo Trevisani-Adani in occasione di Inter-Tottenham. La “garra charrua” dell’ex difensore ha suscitato clamore. In tanti, soprattutto gli interisti, l’hanno adottata come personale grido di battaglia. Molti si sono risentiti e hanno invece accusato i telecronisti di Sky di esagerazione, addirittura di faziosità.
Dopo le parole di Trevisani rilasciate il giorno dopo a INTER TV, ora è arrivata anche la versione di Adani, che rispedisce le accuse al mittente descrive le sensazioni del momento:
“Al gol di Vecino avrei voluto che San Siro potesse contenere 64 milioni di italiani perché tutti godessero della magia del calcio. Infatti assolvo quelli che dopo mi hanno insultato, perché sono tifosi delle altre squadre che avrebbero voluto vivere un’emozione simile. La loro protesta era un grido d’amore per il calcio. Gli addetti ai lavori che invece hanno scritto contro sono dei deboli di spirito e mi spiace per loro che non abbiano il sacro fuoco. L’emozione non ha colori né bandiere. Avrei urlato così per qualsiasi altra squadra”.
Queste le sue parole a “Fuorigioco”, il settimanale della Gazzetta dello Sport in edicola ogni domenica. Assolti i tifosi avversari, dunque. Meno comprensione verso i colleghi, forse disturbati da un’enfasi e da una passione che hanno veramente pochi eguali nel racconto di una partita e, più in generale, di uno sport.
Adani si è però spinto oltre, raccontando la derivazione etimologica di questa ormai famigerata “Garra Charrua” , quasi una virtù connaturata negli uruguaiani, ma anche nei vicini argentini: