Lunghissima intervista rilasciata da Radja Nainggolan ai microfoni della Gazzetta dello Sport, dove tocca tantissimi temi. Queste le parole del Ninja sull’Inter, il derby e il suo rapporto con Luciano Spalletti.
Il derby è emozione abbastanza forte?
“Vivo questa vigilia in maniera serena, è un mio pregio preparare tutte le partite allo stesso modo. Ma sono curioso di scoprire il mio primo derby di Milano, sono le sfide che mi piacciono, sai già cosa ti stai giocando”.
Differenze col derby di Roma?
“Qui qualche tifoso mi ferma: “Oh, mi raccomando domenica”. Però è tutto più tranquillo. Lì c’erano compagni romani che mi caricavano di continuo. E se perdevi, te lo ricordavano pure due mesi dopo… Ora Spalletti mi ripete di continuo che le due gare con il Milan valgono un campionato a parte. E sono sicuro che allo stadio il boato sarà impressionante”.
Avete la sensazione di essere a un punto di svolta?
“Le sei vittorie ci hanno dato autostima. L’Inter vale tanto, ma deve ancora migliorare”.
In cosa?
“Nel soffrire meno per vincere. La sofferenza è bella, vittorie come quella con la Spal sono pesanti. Ma ogni tanto un successo largo ci vuole”.
Domanda secca: Inter più forte del Milan?
“Noi abbiamo tanti giocatori di livello più alto. Però ho visto il Milan delle ultime partite e mi sono fatto l’idea di una squadra forte forte, che ci farà sudare”.
Troppo facile sintetizzarla con Icardi contro Higuain?
“Il Pipita gira di più per il campo e con i compagni. Ma io mi tengo Mauro, uno che se ha mezza palla in area fa gol, vive per quello”.
Giochiamo: Spalletti sabato le anticipa che andrà in panchina. Lei cosa risponde?
“Va bene mister, non c’è problema… (ride, ndr). Che dire, io gare così di solito non le salto”.
Ok, altro bivio: scelga tra una vittoria al derby e una mercoledì col Barcellona.
“Devo proprio? A un mio amico ho detto questo: se perdo i due derby e a fine stagione io vado in Champions e il Milan finisce quinto, a me va bene lo stesso”.
Tolga un avversario al Milan.
“Bonaventura. Sa fare la differenza, è tecnico, intelligente”.
Che sfida sarebbe stata tra lei e Gattuso in campo?
“Ci ho giocato contro, col Cagliari. Ha vinto tutto col Milan, mi sarebbe piaciuto affrontarlo con una squadra forte come l’Inter di oggi”.
Spalletti sostiene: «Da Nainggolan ho 3-4 strappi a partita, di solito ne fa 20-30».
“So cosa vuole da me. Ho pagato l’infortunio, ma sto arrivando al massimo, manca poco”.
Come andò in quelle notti insieme a Trigoria?
“Un giorno mi prese da parte e mi disse: “Qui c’è da cambiare qualcosa. Ti voglio proteggere, ora dormi 4-5 giorni nel centro sportivo”. E io: “Va bene, accetto”. Arrivai in ritiro e lui era presente. Rimasi colpito, mi fece piacere: aveva rinunciato al suo tempo libero per stare con me. Lui sa come prendermi. Sì, ho i miei lati negativi, faccio ragionamenti particolari dovuti al mio passato. Ma mi piace vivere sempre al massimo”.
Filosofia forse un po’ rischiosa.
“Le faccio un esempio: dopo la partita l’adrenalina è a mille, impossibile dormire. E allora, piuttosto che stare a casa davanti alla tv fino alle 5, perché non posso uscire con gli amici? Mi rilasso molto di più, tanto a casa non dormirei comunque”.
Tornando a Spalletti: come la convinse a fare il trequartista?
“Non mi parlò mai di trequartista. Mi disse: “Tu sarai il centrocampista aggiunto”. Aveva paura che se mi avesse definito trequartista, io avrei smesso di rientrare”.
Si sente il leader di questa Inter?
“Sono un trascinatore per natura, specialmente nelle difficoltà. È quando non vinci che devi dare l’esempio al compagno, dargli un tackle e un motivo in più per crederci”.
Qual è la differenza tra i due club (Inter e Roma, ndr)?
“Qui ho trovato una società molto preparata, ci sanno fare, sono tutti presenti. Steven Zhang è sempre qua. A Roma il presidente viene una volta all’anno…e io penso che una persona dovrebbe essere presente alla guida di una sua azienda. Sarebbe importante anche per i tifosi: ogni anno cambiano 3-4 giocatori importanti. Magari se ci fosse il presidente potrebbe spiegare meglio il perché di alcune scelte”.
Come vive Milano?
“È molto più comoda: a Roma per andare da Casalpalocco al centro ci mettevo un’ora e un quarto, qui in 20 minuti sei ovunque. È tutto più organizzato, il traffico… i semafori (ride, ndr). C’è stata la fashion week poco tempo fa: mi sono molto divertito”.
Barella è davvero il suo erede?
“Mi ci rivedo in tante cose. Visto l’esordio in Nazionale?”.
Chi è il calciatore più forte con cui ha giocato?
“Scontato dire Totti. Penso a Pjanic, la Juve senza di lui non è la Juve. E poi Maicon: lo guardavi e pensavi “ma questo come c… fa?””.
All’Inter sarebbe bastato Modric per colmare il gap con la Juve?
“È il più forte che c’è nel ruolo, ma vorrei prima giocarci insieme…E comunque sono felice dei compagni che ho adesso”.
Ha mai chiesto il 4 a Zanetti?
“Eh, la battuta gliel’ho fatta e lui non ha risposto”.
L’Inter sarà la sua ultima squadra?
“Ho già chiaro il mio percorso. Può essere… anche perché non giocherò ancora a lungo”.
This post was last modified on 17 Ottobre 2018 - 08:39