Non solo Keita e Borja Valero, anche Luciano Spalletti ha parlato nella sala conferenze dello Stadio Giuseppe Meazza in vista della sfida di domani contro il Barcellona per la quarta giornata di Champions League. Ecco le parole del tecnico di Certaldo che presenta così la sfida ai blaugrana.
Quanta fiducia vi danno gli ultimi risultati per il tipo di gara che dovete fare?
“Abbiamo sempre detto che possiamo giocare contro tutti e siamo ancora quelli. Gli ultimi risultati rafforzano il concetto per cui questa è davvero l’occasione per vedere se possiamo davvero essere alla pari. Il Barcellona è il livello più alto di difficoltà nel calcio”.
Cosa ha pensato vedendo Messi tra i convocati?
“Come dimostrano le gare del Barcellona senza di lui, lì c’è comunque una mentalità di massimo sviluppo del gioco che fa la differenza. Chiaro che Messi è la ciliegina. E’ la maglietta che chiedono i bambini che sognano di diventare calciatori. E’ segno che è il migliore. Tutti i grandi calciatori la toccano due volte la palla. Lui nello stesso tempo la tocca quattro, va al doppio. Però poi è chiaro che è la scuola che hanno dietro che li fa essere tra i più forti al mondo”.
Lei ha detto che le raccomandate sul Triplete le rispedisce al mittente, ma si può trarre vantaggio da come quella squadra affrontò il Barcellona?
“Secondo me no. E’ sempre lo stesso discorso. Il calcio è sempre uguale, si dice quando si vuol dire qualcosa che accomuni tutto per trovare dei riferimenti. Però poi devi andare negli spogliatoi, preparare degli allenamenti, sviluppare un’idea e il modo di comportarsi deve essere quello. Noi siamo partiti un anno e mezzo fa e stiamo andando nella direzione giusta perché devi metterla in pratica quella cosa. Non è come pigiare un interruttore, è l’abitudine. Il modo di lavorare ha un valore. Vale il ruolo, la professionalità”.
Nella sua ultima conferenza lei ha detto che se aveste preparato la gara come il Barcellona (riscaldamento pre gara in soli 10′) avreste perso 18-0. Era una critica o un elogio?
“Ma perché una critica? Sono usciti in campo all’ultimo momento, talmente hanno la qualità di condizionarsi da soli che non hanno bisogno di una preparazione di due giorni della partita. Loro sono già a quel livello a cui noi cerchiamo di arrivare da giorni. Non mi permetto di criticare nessuno, assolutamente, per l’educazione che mi hanno dato. Se poi si parla di criticare qualcuno non prendo di certo il Barcellona”.
Dopo l’andata ha chiesto un atteggiamento diverso, ma cosa dovrà cambiare tatticamente e tecnicamente?
“Noi non siamo riusciti a tenere la palla dopo averla riconquistata, non abbastanza da invertire la tendenza della partita. Dovremo essere più bravi quando la riconquistiamo perché a loro non piace quando la palla ce l’hanno gli avversari e te la vengono a strappare. Per cui i tempi e gli spazi saranno stretti, lì bisognerà avere qualità e personalità”.
Pensa sia troppo pensare al primo posto del girone? Cosa cambia tra primo e secondo posto?
“Anche volendoci stimolare non dobbiamo essere presuntuosi. La qualificazione la dobbiamo centrare e abbiamo ancora tre partite difficilissime. Al momento del sorteggio abbiamo detto che la quarta fascia l’abbiamo pagata tutta. Ora però abbiamo la possibilità di giocarci il passaggio del turno ed è questo che conta”.
l fatto di aver fatto segnare dodici calciatori e avere la miglior difesa d’Europa sono dati che la inorgogliscono?
“Danno più valore ancora a quei quattro punti che ci mancano. C’è la considerazione che il nostro campionato è più di livello. C’è stato un livellamento verso l’alto, non un appiattimento verso il basso. Ci sono squadre costruite in maniera corretta e che renderanno un’alta classifica composta da diverse società”.
Senza Messi il Barcellona sta puntando su Rafinha. Si è pentito di non averlo riscattato?
“Non so cosa rispondere perché ho già detto tutto. E’ stato uno dei calciatori importanti per farci arrivare a giocare queste partite. Poi siamo arrivati in fondo e c’erano delle scadenze e dei prezzi per cui non potevamo prenderlo in quel momento. Il Barcellona voleva quei soldi, non si poteva fare. Avremmo tenuto anche Cancelo potendo, ma non abbiamo potuto. C’erano dei vincoli, dei paletti da rispettare, che la società ha fatto bene a rispettare”.
Cambierà il vostro atteggiamento se ci sarà o meno Messi?
“Ovviamente è una preoccupazione per tutti se gioca Messi ma l’atteggiamento non cambia. Bisogna aumentare le letture, l’imprevedibilità, ma noi andiamo a marcare gli spazi, non gli uomini. Viene prima come considerazione la posizione del compagno di squadra che non dell’avversario, anche se è chiaro che con Messi è un’altra cosa. Parliamo di uno dei più forti al mondo da anni”.
Secondo Allegri il Barcellona è favorito per la Champions, l’Inter per lo scudetto. Cosa ne pensa?
“Si tenta di creare più attenzione possibile verso gli altri. E’ un giochino che si fa in questa professione. Loro sono più forti di tutti e probabilmente il campionato lo rivinceranno loro se non trovano una squadra che fa cose incredibili”.
This post was last modified on 5 Novembre 2018 - 15:23