SpazioInter’s Stories, Matteo Politano: il ‘furetto de Roma’

Quel ragazzino è troppo piccolo“. Una sentenza, una frase fatta che taglia le gambe ad ogni giovane calciatore. A pronunciarla fu un ex grande calciatore: Bruno Conti. Le sgroppate infinite sulla fascia destra in Spagna se le ricordano tutti, chilometri e chilometri avanti e indietro. Precisione, intelligenza e qualità al servizio di un collettivo. Da Nettuno al tetto della Terra, ‘rubato’ agli osservatori MLB e diventato una delle ali italiane più forti di sempre.

Ma Bruno si dovrà ricredere, d’altronde pure lui non era altissimo all’età di 11 anni; “La prossima partita organizziamola a Nettuno…” disse il dirigente del Selva Candida, Gianni Buffetti, un’istituzione nella periferia della Capitale. “E perchè?” chiese un incuriosito Bruno Conti -“Perchè se gioca bene al campo dove sei cresciuto tu allora è ok, eri anche tu poco più alto dell’erba!“. La maglia giallorossa non se la leverà più.  “Quando lasciò la nostra società gli facemmo una festa d’addio, era il 2004, lui piangeva. Allora mi fece una promessa– continua un emozionato Buffetti- “Il giorno che torno all’Olimpico segno!” rispose il piccolo Matteo. La promessa la mantenne, la maglia era nera e verde, ma questa è un’altra storia.

DA STRAMACCIONI A DI FRANCESCO: NASCITA ED ESPLOSIONE DI MATTEO

Le qualità di Politano sono evidenti. Baricentro basso, piede molto preciso e tecnica da vendere. Le incursioni sulla fascia destra, il tiro a rientrare sul secondo palo sono già un suo marchio di fabbrica sin dai tempi delle giovanili della Roma. L’annata 1993 fu sicuramente una delle più brillanti: sotto la guida di Stramaccioni vinsero lo Scudetto di categoria grazie alle prestazioni di Ciciretti, Caprari e dello stesso Politano. “Aveva un’incredibile fame sin da bambino-ricorda Strama-scherzava e rideva continuamente, poi, in partita mostrava una grinta incredibile, questo è sempre stato il suo valore aggiunto“. Il settore giovanile della Roma è un connubio di vittorie e di scherzi: “Alla Roma c’era Vincenzo, un guardiano un po’ particolare. Matteo e Ciciretti gli fecero uno scherzo pesante ed io mi arrabbiai molto-chiosa Stramaccioni-il giorno dopo chiesero scusa alla squadra e la domenica seguente Matteo segnò ed andò ad abbracciare Vincenzo“.

Il secondo grande maestro fu Eusebio di Francesco. La carriera di Politano inizia, come quella di quasi tutti i giovani di qualità, in Lega Pro. Perugia, Renato Curi: piazza, città e squadra importanti. Si mette subito in luce con 8 gol nella sua prima stagione tra i professionisti. I dirigenti del club umbro sanno benissimo che la terza seria gli sta stretta: infatti arriva, puntuale, l’interessamento del Pescara. Con il club abruzzese, appena retrocesso dalla serie A, gioca tre stagione, dove ottiene la promozione nella massima serie. Il momento per spiccare il volo è arrivato, il furetto di Roma incontra un altro ex romanista: Eusebio di Francesco, il quale lo responsabilizza e lo lascia molte volte in panchina. Con l’allenatore abruzzese, dopo un anno di apprendistato e complice l’exploit di Zaza e Berardi, Matteo fatica ad ingranare. Ma la sua esplosione è imminente: 96 presenze e 20 gol, di cui 10 nell’ultima stagione, con la maglia emiliana accendono l’interesse dei maggiori club italiani. Il furetto romano è pronto a diventare grande, Milano e l’Inter lo aspettano.

INTER, SAN SIRO E L’AMORE A PRIMA VISTA

Il pubblico del Meazza pretende molto. A luglio, appena conclusa l’operazione Politano, molti tifosi storsero il naso, aspettandosi nomi come Di Maria o Pastore. Matteo ha fatto una cosa che ha messo d’accordo tutti: si è imposto con i fatti. Imprevedibilità, corsa e giocate a servizio della squadra. 1 contro 1 sistematico e precisione nei calci piazzati. Difficilmente Spalletti riesce a fare a meno di lui: ritagliandoli un ruolo ‘alla Salah‘, in ogni prestazione si vede la mano tattica dell’allenatore di Certaldo unita alla voglia continua di migliorare, giorno dopo giorno e partita dopo partita del piccolo grande Matteo. Amore a prima vista. Il popolo nerazzurro è letteralmente impazzito per Politano: egli infatti incarna perfettamente lo spirito battagliero e romantico interista. La squadra si sta imponendo anche in Europa con risultati all’altezza. Il prossimo passo sono gli ottavi di finale, ora Matteo non è più troppo piccolo. Ora Matteo è pronto.

 

Gestione cookie