Dopo le parole di Politano e D’Ambrosio, arrivano anche quelle del mister: Luciano Spalletti ha parlato oggi in conferenza stampa in vista della delicatissima sfida di domani contro il PSV Eindhoven in cui i nerazzurri si giocheranno la qualificazione agli ottavi di Champions League.
L’Inter ha ancora le certezze che sembrava avere fino a un mese fa?
“Per quanto mi riguarda alcune le abbiamo mantenute. Come abbiamo detto a volte non riusciamo a mantenere l’attenzione per tutta la partita e in quei frangenti l’avversario prende vantaggio. Eccetto la gara con l’Atalanta in cui c’è stato un abbassamento generale, io non riscontro tutti questi problemi. E’ chiaro che quando non vinci le partite diventa tutto più difficile. Secondo me la squadra sta bene. Ha tutte le cose per poter vincere le partite e piacere ai nostri tifosi”.
Manca un po’ di cattiveria a questa squadra per vincere partite come quella a Londra o a Torino?
“Avevamo di fronte una squadra che l’anno scorso è arrivata ai quarti di Champions, l’altra vince da dieci anni. Sono due squadre top. Partendo da quelle partite l’analisi è che ci sono abbassamenti dove ci prendono dei vantaggi ma non sono questi quelli che disturbano. Che non ci sia tutta questa differenza con la Juventus non lo vedo in quella partita, che possiamo giocare alla pari. La vedo di più nelle vittorie mancate contro Parma o Atalanta, contro cui bisogna mantenere un livello di attenzione. A Bergamo puoi perdere ma non in quel modo. Bisogna mantenere un livello alto in 38 partite, lì dobbiamo far meglio. Con la Juve ci siamo creati le nostre opportunità. Con il Tottenham o la stessa Juve si può perdere, va anche accettato”.
Cosa è successo con Icardi?
“C’era a Madrid la delegazione della Juventus e dei dirigenti dell’Inter. Non vedo il problema. E’ una cosa che si gestisce nel pensiero e il regolamento o la possibilità di avere un’autorizzazione. E’ come andare a cena da un’altra parte. Poteva anche andare con la moglie a vedere un altro spettacolo”.
Dà fastidio sentire che il Barcellona potrebbe lasciare fuori tanti titolari?
“Questo discorso l’ho letto anche ieri. Mi viene da pensare che al Barcellona si stiano offendendo perché stiamo mettendo in dubbio la loro etica professionale. Loro hanno quel seguito perché hanno mandato un segnale a tutto il mondo sempre. Da anni. Al Barcellona lavora solo gente seria. L’unico errore che potremmo fare è creare attenzione sul Barcellona. Noi dobbiamo vincere la nostra partita. Lì ci sono professionisti veri. Noi dobbiamo vincere contro una squadra che è in terza fascia, noi siamo in quarta. Sono in una posizione più alta di noi. Poi è chiaro che ognuno dà il taglio che vuole al modo di parlare e creare aspettative o tentare di metterci un carico superiore alla partita, che è la più importante da quando faccio questo lavoro con l’Inter. Sostituisce quella giocata all’ultima di campionato con la Lazio. E’ lo step successivo. Bisogna giocare e vincere. Ma noi abbiamo fatto i punti e le partite che dovevamo. Quando sento dire che non abbiamo vinto col Tottenham penso solo al fatto che loro sono in Champions da anni. Se siamo all’ultima partita a lottare per la qualificazione la realtà è questa. Chi vuol fare il rompiscatole rompe le scatole, ci sono professionisti anche in questo. Ma se al momento del sorteggio ci avessero detto che ci giocavamo la qualificazione in casa col Psv e il Tottenham impegnato a Barcellona cosa avremmo detto? Abbiamo visto che il girone era durissimo. La cosa è aperta ancora a qualsiasi risultato. La stessa tranquillità che abbiamo noi sul Barcellona ce l’avrà il Tottenham sul Psv, che vuole vincere qui perché hanno fatto pochi punti, così come ha detto qualche loro calciatore”.
Il calo dei tiri in porta delle ultime gare a cosa è legato?
“Si valutano i tiri verso la porta, non solo nello specchio. Quando uno mira all’angolo ci sarebbe da includere anche quanti tiri sono finiti fuori di poco. Sempre tiro in porta è, se va troppo centralmente o fuori di mezzo metro”.
In questo momento crede che possa essere una partita determinante per chi, come Perisic, sta faticando sotto il profilo del rendimento?
“La avvertono tutti in maniera precisa l’importanza della partita. So che si fa più attenzione ai gesti che determinano come assist o gol, ma ci sono anche i metri, i recuperi. Ivan serve perché ha questa corsa per cui non sei in inferiorità numerica quando vuoi fare la partita nella metà campo avversaria. I suoi rientri di forza, contrasto, fisicità hanno un’importanza di livello per quanto riguarda i colpi di testa. Quando ti vengono a pressare e la lanci agli attaccanti lui è uno dei più forti nel fare da tramite e farti giocare la palla più pulita. Ci sono anche altri numeri, non si pensa solo a quanto assist ha fatto. A me è capitato di fare l’allenatore in cui tre calciatori del reparto offensivo segnavano con numeri importanti e poi il campionato è stato difficile lo stesso. Contano anche altre cose. Sennò noi abbiamo Keita che può fare 10 gol, Lautaro che ne può far 20, Icardi arriva a 30, daremmo un giro a tutti. Non sempre la somma dei due calciatori messi insieme dà il risultato crudo della matematica, te lo dà la coesione di squadra e il prendere le qualità che hai. Uno considera tutto. Ho sentito che mi chiamavate quando c’era Politano qui in conferenza… Sono anche quello che lo ha messo in campo dal 1′ e ha scelto la tattica. E anche quello che ha scelto i cambi… (ride, ndr)”.
Più volte ha fatto richiamo al senso di appartenenza. Quanto conterà domani?
“Mi aspetto che ci sia la presenza emotiva da trasferire nello spettacolo che ci sarà domani sera. Traggo una conclusione: in questa Inter l’unico certo ad avere una maglia da titolare sempre è il nostro pubblico. Sono quelli che hanno lavorato meglio di tutti in questa stagione e nella scorsa. Loro si allenano sempre al meglio, sono sempre presenti, fanno sentire il supporto alla squadra, anche nelle partite in cui non siamo stati a livello che dovrebbe essere il nostro calcio. Ci sono state gare in cui non siamo riusciti a esibire il nostro massimo, ci metto anche il Sassuolo. Noi non dobbiamo pensare di vivere un giorno da leoni e 37 da pecore. Ne dobbiamo passare 38 da leoni. Quella è la mentalità che serve per superare il gap con la Juventus, perché nella partita diretta abbiamo fatto vedere che possiamo giocarci e anche vincere, anche se poi hanno vinto loro meritatamente. La differenza è che nella lunghezza dell’esibizione devi mantenere il livello di qualità che dobbiamo avere”.
Dobbiamo aspettarci qualche novità? Come stanno Vecino e Nainggolan?
“A Vecino abbiamo fatto fare un esame e probabilmente non sarà disponibile. Nainggolan ha fatto un altro esame a inizio settimana e ha bisogno di qualche giorno perché rischia di tornare indietro al suo problema. Questo lo valuteremo e casomai cercheremo di fare un ulteriore approfondimento sul suo problema. Quello di Vecino mi sembra difficile da risolvere”.
Come preparerà la sfida di domani in cui servirà grande cinismo?
“I calciatori non sono più dei bambini come a volte si dice. Sono professionisti e debbono saper valutare l’importanza della partita, sanno farlo. Noi facciamo vedere video che riguardano le due fasi della squadra che si incontra, si usano parole per ricordare professionalità e impegno. Poi si prova a buttare giù una tattica in base alle conoscenze dell’avversario. Si fa sempre alla stessa maniera e i calciatori stanno facendo molto bene il loro lavoro, se guardo da dove siamo partiti.”
This post was last modified on 10 Dicembre 2018 - 16:45