Vigilia di Inter-Udinese e, come di consueto, Luciano Spalletti ha parlato in conferenza stampa prima del match contro i friulani.
Queste le parole del tecnico nerazzurro.
“Classica crisi? Non è come l’anno scorso, purtroppo si riduce tutto a guardare i risultati. Stiamo continuando a lavorare nel modo giusto. Chiaramente abbiamo perso una partita che fa male, dolorosa, dove crea difficoltà per quello che si è visto e per quelle che sono le reazioni dei nostri tifosi stessi. In altri casi ho sentito dire però che siamo usciti dalla competizione per differenza reti a 10 minuti dalla qualificazione. La squadra secondo me ha fatto bene, aldilà di quella reazione un po’ nervosa dopo aver preso l’1-0, però ha fatto molto bene e meritava di vincere. Ha creato molte opportunità, ma è chiaro che un risultato così fa la differenza. Quando ci sono stati i sorteggi nessuno ci dava una possibilità di passare il turno, e noi invece l’abbiamo portata. Dovevamo fare di più, però non mi sembra che sia il caso di demolire quanto questa squadra ha fatto in questo anno e mezzo. Anzi, sembra che ci sia proprio questa voglia: di distruggere quanto creato, ma rimane lì. Per questo motivo, ripeto, questi calciatori meritano il sostegno dei tifosi”.
Vi giocherete molto fino a fine stagione: bisogna cambiare per avere un bel finale di stagione?
“Noi partivamo da 29 punti dalla Juventus, 25 dal Napoli e 24 dalla Roma e nessuno credeva potessimo passare il turno in Champions. Abbiamo fatto un grande girone nelle prime partite, un grande girone d’andata. Ora c’è un po’ di delusione, ma non c’è da andare a ribaltare o buttare nulla di quanto fatto fino ad adesso. Come dicevo prima, si è lavorato e si è costruito un tragitto, un percorso da portare avanti, sulla base del nostro lavoro attuale. Io non vedo in queste ultime partite differenza con gli avversari da dover andare a ribaltare tutto quello che è il lavoro fatto. E’ chiaro che per quanto mi riguarda è giusto continuare a tenere d’occhio il mirino puntato su di me, non sui calciatori. Loro stanno facendo quello che devono fare. Hanno fatto vedere di voler andare a lavorare in questa direzione per il comportamento avuto. I calciatori, in questo caso qui, statene certi che prenderanno in esame quello che è successo e rimarranno tutti sul carro a lavorare per quelli che sono i nostri obiettivi”.
Cosa ti aspetti da Marotta?
“Lui riuscirà a metterci il suo, è un uomo di esperienza e potrà dire la sua sia nel palazzo dove si organizza tutto che nello spogliatoio. Ha sempre avuto contatto con i calciatori per andare a parlare anche di campo. Per cui porterà sicuramente un contributo. Le sue caratteristiche possono farci andare ancora più in là”.
Quando allenavi la Roma nel 2016/2017 sei uscito dalla Champions però hai poi fatto il record di punti. C’è una ricetta usata allora che può servirti per concludere questa stagione? Tra tutte le critiche ce n’è una che ti ha dato più fastidio?
“Per quanto riguarda la ricetta, non ne conosco, se non quella di lavorare in modo professionale e corretto. Preparerò sempre presto l’allenamento e vedrò i calciatori coinvolti. Ho visto un allenamento fatto benissimo, di qualità e tocchi in velocità. La squadra è stata pimpante dal punto di vista muscolare. E’ un ricostruire subito quelle piccole cose che ti rimettono in movimento e fare i primi passi nel modo corretto. Per quanto riguarda le critiche, qualcuno ha usato il piede di porco, però sono critiche che se fatte nella maniera giusta diventano anche costruttive e fatte in modo civile. Chiaramente poi non puoi aspettarti molto da quella che può essere una critica, perché chiunque è tifoso di un’altra squadra”.
Tra i nuovi chi è cresciuto di più? Politano ha dimostrato di essere da Inter?
“Sono in molto ad essere migliorati. Politano sa fare assist, comportarsi bene, dovrebbe essere solo un po’ più fisico. Lo renderebbe un top player europeo, è un grande giocatore. Se continuerà a dimostrare qualità e velocità di estro e la completezza nelle due fasi diventa un calciatore molto importante. Altri sono cresciuti molto e diventati calciatori interessanti per avere un mercato importante”.
Come ha inteso le parole di difesa di Marotta? Cosa è cambiato rispetto allo scorso anno dove si perdevano meno partite?
“Mi sarei sentito in discussione anche se avessimo passato il turno. Dopo si può comunque ragionare sul se si poteva fare di più o no. Si è sempre sotto pressione e sotto giudizio in un club come l’Inter. Non c’è nessun fastidio per quanto riguarda il supporto che mi vogliono dare. Le parole di supporto quasi mi danno fastidio, perché sembra un “Ti voglio bene e ti aiuto”, ma anche un “Da solo non ce la fai”. Non ho nessun tipo di problema ad affrontare questo tipo di situazioni. Le 6 sconfitte di quest’anno? Io guardo quello che fa la squadra durante le partite e guardo come ha perso contro Juventus e Tottenham e pareggiato con il Psv. Il comportamento dei miei è sempre corretto. Poi trovo anche che siamo riusciti a ridurre il gap con altre formazioni attraverso i risultati. E’ salito l’equilibrio del campionato e tutte, a parte la Juventus, stanno avendo problemi. E’ importante, dentro lo spogliatoio, raccontarsi le cose giuste, perché poi ottimismo o pessimismo derivano da come tu fai apparire le cose. Noi sappiamo come farle apparire dentro lo spogliatoio. Quello che abbiamo fatto è sotto gli occhi di tutti, ed ogni giorno ci confrontiamo. C’è un risultato che ci disturba, ma abbiamo lavorato nella maniera corretta e state tranquilli che dentro lo spogliatoio dell’Inter ci sono moltissimi interisti, è pieno di interismo. Quella è una cosa fondamentale per riuscire a rimettere in carreggiata la squadra. Le parole di Marotta fanno piacere, poi dico come la sento io.
Asamoah non sta attraversando un buon momento: cosa gli si dice in momenti come questi?
“Gli si dice quello che si diceva prima. Non è stando con le mani sulla testa che risolvi ciò che è avvenuto precedentemente. Lo risolvi affilando gli scarpini, mettendoti un nodo in più perché non ti vadano poi a scivolare nel contatto col piede e piantando scatti più forti del tuo avversario. Andando a rendersi conto di quello che è avvenuto e prendendosi le responsabilità. Estraniandosi e piangendo di quello che è successo non si risolve nulla, il pianto non porta consiglio. Si va a riprendersi in mano quella determinazione che ci vuole per vestirsi di questi colori ed andare a rivincere queste partite. Ci vogliono quei tipi di comportamento e servono contenuti per vincere la partita. Gli si dice questo: far compassione agli altri non è la soluzione per tirare fuori un lavoro fatto bene. Lui deve fare un lavoro fatto meglio di quanto fatto prima per essere tranquillo con se stesso”.
Nainggolan non era in condizione con il Psv, ma potrà giocare qualche minuto domani?
“Avevamo fatto capire che non avrebbe giocato. La situazione è migliorata, ha qualche allenamento in più. E’ sempre a rischio perché è stato un infortunio di quelli seri e di conseguenza vanno fatte numerose valutazioni. Ho più giocatori a disposizione perché non ci sono le limitazioni come invece bisogna fare attenzione in Champions League. Non siamo obbligati a lasciare giocatori fuori, abbiamo la rosa quasi completa. Non c’è un numero preciso a disposizione”.
Quale grado di difficoltà comporta la gara di domani e quali risposte si aspetta dopo questa settimana?
“Se il massimo è 10, la difficoltà è 10. Non cambia nulla. Sette giorni prima guardi gli avversari e sembra che non abbiano scampo se si gioca bene. Poi te la ritrovi con un’altra forza, mentalità e qualità e tu magari non riesci a metterci tutto perché il primo episodio ti scombussola i piani. Bisogna entrare dentro con una determinazione feroce perché proprio quello che è successo nelle ultime partite ci ha insegnato che basta un dettaglio per ribaltare le sicurezze che hai e le differenze che ci sono e andare a vincere la partita, perché noi ne abbiamo bisogno per ritrovare subito la ripartenza”.