L’alba del giorno dopo Inter-Lazio è quella di un risveglio paragonabilissimo ad un “terremoto calcistico”. L’eliminazione dalla Coppa Italia, e in questo modo, fa male. E la sensazione è che si sia persa la chance più ghiotta per riportare un trofeo dopo 8 anni.
L’ALBA DEL GIORNO DOPO: ORA COSA RESTA?
Eppure, 24 ore prima, erano arrivati due incredibili assist: Roma e Juventus, due squadre abituate a vincere la Coppa Italia e a disputare finali, erano state clamorosamente eliminate rispettivamente da Fiorentina e Atalanta. Se si azzerasse quanto accaduto a gennaio, con le sconfitte con Sassuolo e Torino, l’Inter era, tra le cinque (insieme alle due squadre prima citate e a Lazio e Milan), la squadra più quotata a sollevare il trofeo. classifica di Serie A alla mano. Ma i nerazzurri, notoriamente, non sanno sfruttare gli assist. E, infatti, i nerazzurri sono scesi in campo con tutte le scorie che le partite con neroverdi e granata hanno lasciato. Ne è venuto fuori un primo tempo senza personalità e senza occasioni. Meglio nella ripresa, ma neanche si sarebbe arrivati ai supplementari senza una prestazione mostruosa di Handanovic. Poi Icardi l’ha ripresa prima del tracollo dei rigori.
Avete presente quando, all’interrogazione o all’esame, ti fanno l’unica domanda che non sai? Ecco, incredibilmente, a sbagliare quello decisivo (insieme ad un impalpabile Lautaro Martinez) è Radja Nainggolan. Quello che, in teoria, poteva allontanare un po’ di critiche, non ha fatto altro che calamitarle tutte. Con un rigore che, se ti viene bene ti carica, ma se ti non ti riesce, com’è poi successo, subisci la gogna. E questo, ora, tocca al belga e, inevitabilmente, a Spalletti. Che, pur avendo una rosa con tanti limiti impossibili da elencare, non ha dato un vero e proprio gioco ad una squadra che fa fatica. Più di 300 i minuti senza segnare se si considerano i 123′ prima del rigore di Icardi e i 180 tra Sassuolo e Torino. Ma, soprattutto, l’unico vero trofeo alla portata è sfumato. Un obiettivo stagionale mancato. Dando per scontato che l’Inter, ad oggi, non possa vincere l’EuropaLeague ( i più pessimisti, ora, vedono anche nel Rapid un ostacolo difficile da superare), resta soltanto da difendere il posto in Champions. Che qualche settimana fa sembrava scontato, ma che oggi non lo è per niente. Così come non lo è la permanenza di Spalletti in nerazzurro nella stagione 2019/2020.