In una lunga intervista al Corriere della Sera, Massimo Moratti si racconta. L’infinito amore della sua famiglia per l’Inter a partire da papà Angelo, ma prima di tutti da mamma Erminia. Eh sì, fu proprio lei a trasmettere per prima la fede per i colori nerazzurri, al tempo, legati al nome dell’Ambrosiana. “Era stata mamma Erminia, la mia straordinaria mamma, a portare l’Inter in casa. Era una tifosissima e aveva già seguito l’Ambrosiana. Mio padre era «lontano» dal pallone in generale.” Fu proprio lei a portare per prima Angelo allo stadio, a vedere Roma-Inter, da lì nacque la storia d’amore che tutti conosciamo. I Moratti e l’Inter saranno per sempre un’unica famiglia.
L’Inter di Angelo Moratti fu l’Inter di grandissimi campioni, una storia un po’ lontana, ma che ha sempre delineato il carattere e la personalità della squadra e della società. Pazza Inter, ma sempre amata e sostenuta dai suoi tifosi e dalla sua società. “Il mio primo “vero” acquisto da presidente si chiama Javier Zanetti. […] Mi avevano mandato delle videocassette del campionato argentino. Mi ero soffermato su Ortega ma avevo notato un giovane terzino destro. Lui, Zanetti. Mandai Suarez e altri collaboratori. Una notte mi chiamarono: “Noi procediamo, ma è sicuro?” . Risposi di attendere cinque minuti. Svegliai uno dei miei figli e gli dissi di mettere su al volo una videocassetta. Presi il telefono e ordinai di acquistare Zanetti.”.
Javier diventerà capitano dell’Inter e resterà tale per ben 13 anni, inoltre rimarrà per sempre uno dei giocatori più importanti della storia nerazzurra. Così come Ronaldo il fenomeno: “mi confidarono che con gli spagnoli s’era aperta una crepa. Diedi ordine di lavorare per prenderlo. A ogni costo. Io e Ronaldo, in quella fase, ci sentimmo spesso al telefono. Gli piaceva il corteggiamento ma, da buon brasiliano, diceva e non diceva.” La presentazione del Fenomeno in piazza Duse rimane nel cuore di tutti i tifosi, primo tra tutti proprio Massimo.
“Incontrai i vertici del Barcellona, avevamo forza economica e persuasiva… Parlai di parecchi giocatori. Ma quando pronunciai il nome di Iniesta, l’atteggiamento mutò radicalmente. Avrei potuto fare qualsiasi offerta e sarebbe stato inutile. Non lo avrebbero mai venduto.” E Messi? “Iniziammo a “guardarlo” ai mondiali under 18. Partimmo alla carica. Missione in Spagna. I miei tornarono e raccontarono delle difficoltà di salute e dell’impegno del Barcellona, della dedizione per risolvere quei problemi. Dissi di lasciar perdere. Giuro. Si stavano prendendo cura di Messi come un padre col figlio.” Sì, perchè Massimo è sempre stato un padre per l’Inter e un padre sa quando intervenire, insistere e quando è ora di lasciar correre. Scelse di lasciare che un ragazzo se pur così promettente, potesse rimanere a casa sua, senza insistere, senza tante pretese. Chissà forse questa scelta diede la possibilità a Messi di crescere come il giocatore e l’uomo, che conosciamo oggi. Se così fosse, fu una scelta saggia.
Moratti racconta numerosi aneddoti. Fece firmare un contratto seduta stante a Figo, su un tovagliolo colorato, perchè il giocatore voleva la certezza immediata che tutto sarebbe rimasto com’era, in un bar vicino al mare. Altro bar, altro luogo, fu proprio un barista a consigliare a Massimo di acquistare Sneijder. Massimo fece chiamare Mou, che rispose con un “Magari!”, non servì dire altro, il numero 10 dell’Inter era preso. “Ibrahimovic, quando passò dal Barcellona al Milan, mi chiamò. Confessò l’inizio della trattativa e, con un gesto che ho molto apprezzato, mi disse che se avessi avanzato una controfferta, avrebbe scelto noi. Una controfferta pure al ribasso, si premurò di sottolineare. Ma, come ho detto, le strade erano tracciate e non aveva senso forzare gli eventi.” Un padre che si prende cura della sua famiglia, come sempre. Si parla tanto di come i giocatori abbiano cambiato spesso il corso degli eventi della storia di una squadra, in questo caso, per l’Inter, la storia l’ha cambiata un allenatore: “Mou mi aveva incantato in un’intervista quando allenava il Benfica. Lì mi dissi che prima o poi l’avrei portato a Milano.” Così fu. Mou all’Inter, grazie a Massimo, ha scritto la pagina più importante della storia dell’Inter. I Moratti saranno sempre la prima famiglia interista, tutt’ora Massimo è presente. Come papà Angelo ha reso possibili grandi cose e ,come mamma Erminia ha trasmesso a tutti i tifosi l’amore puro per la sua squadra. Questo nessuno potrà toglierglielo mai, un papà che ha vigilato sempre sulla sua famiglia, l’ha protetta e cresciuta, sbagliando ed imparando, ma senza mai fargli mancare l’amore.
This post was last modified on 7 Marzo 2019 - 12:09