l’Inter si gode il momento. Le scuse di Icardi non sono più l’evento più atteso del momento. Ora più che mai, tutti uniti per la Champions tralasciando le inimicizie e i dissapori. “Ciò che accade nello spogliatoio è roba di coloro che lo vivono, in campo si da tutto per ottenere il risultato“. Con queste parole Nainggolan ha espresso il momento attuale dell’Inter: per il bene della squadra si gioca tutti uniti anche se l’unione fuori dal campo non è delle migliori.
L’astuta mossa di Spalletti
Dopo l’esclusione di Icardi dai convocati per il match contro la Lazio ci si aspettata tutti una convocazione a Genova. Ma una maglia da titolare chi se la sarebbe mai aspettata? Secondo la Gazzetta dello sport, la mossa di Spalletti è stata studiata e non è successo tutto per caso. Il mister nerazzurro avrebbe infatti caricato di attenzioni la squadra dopo aver dato una notizia così spiazzante, allentando però la tensione nelle ore appena precedenti alla partita: i suoi giocatori, così facendo, hanno avuto il tempo di metabolizzare il ritorno in campo di Icardi. Nonostante le mancate scuse da parte di Mauro, Spalletti il suo passo verso Icardi lo ha fatto. Ecco perché le parole del mister di Certaldo nel post-partita hanno sottolineato il fatto che l’Inter ha recuperato un attaccante ma non la totalità del soggetto.
Le precedenti inimicizie nello spogliatoio interista
Lo spogliatoio dell’Inter ha finalmente trovato un compromesso: Icardi ha rinunciato alla fascia ma è tornato a giocare, i compagni e Spalletti hanno rinunciato alle scuse di Mauro ma lo hanno riaccolto in rosa affrontando la vicenda nel modo più razionale possibile. Di certo quello di Icardi non è il primo dissapore nella storia dello spogliatoio interista, anzi, da sempre ne succedono di tutti i colori. Tutti conoscevano il poco feeling che c’era tra Cambiasso e Thiago Motta che condividevano lo stesso ruolo ma lo interpretavano i due maniere totalmente differenti. Ronaldo e Simeone sono un altro esempio di come si possa condividere la vita di spogliatoio senza amarsi. Poi sono esistite situazioni molto più delicate come l’odio tra Ibra e Cambiasso, più volte raccontate dall’ex presidente Moratti, oppure dello scontro feroce tra Materazzi e Zlatan che a Liverpool nel 2008, incolpò davanti a tutti Matrix della sconfitta dell’Inter creando una barriera insormontabile tra i due giocatori che da quel momento non ebbero più un rapporto.