Inter che contro la Juventus ha fornito una prova piuttosto convincente, perlomeno per 60 minuti, specie se considerata la caratura degli avversari. La differenza tecnica, sulla carta, sarebbe dovuta essere abissale, tuttavia i nerazzurri hanno sopperito con ordine e voglia di fare, ottenendo un buon pareggio. Questo perlomeno è quello che quasi tutti, addetti ai lavori e non, pensano. Ma è un ragionamento corretto? Alla luce della prestazione complessiva sui 90 minuti, considerando il blasone e l’importanza intrinseca della sfida, è giusto parlare di punto guadagnato o di punti persi? Il bicchiere è mezzo pieno o mezzo vuoto?
OGGI IL BICCHIERE È MEZZO PIENO, IERI SAREBBE STATO MEZZO VUOTO
Con gli occhi di oggi, con le batoste subite nella storia recente, è facile guardare al pareggio odierno come a un mezzo miracolo, ad un punto guadagnato. Alla fine i campioni della galassia sono approdati al Meazza e hanno dovuto sudarsi il pareggio. Nella lotta Champions restiamo, in attesa delle rivali, con un discreto vantaggio. Quindi che problema c’è?
Tuttavia, bisogna analizzare la situazione all’interno di un sistema più grande. Perché la dimensione recente a cui i tifosi dell’Inter sono abituati, non è quella effettiva del club. Non è quella che rispecchia la vera storia di questa gloriosa società. L’Inter non dovrebbe arrancare e sudarsi un posto in Champions League, razzolare per un decennio a distanza siderale da qualsivoglia trofeo. Per quanto lunatica, questa squadra esiste per puntare sempre all’Olimpo, per vincere. Per cercare di arrivare in alto, di dare di più. Non di accontentarsi.
L’Inter e i tifosi sembra stiano vivendo un matrimonio che si costringe a continuare per quieto vivere, in cui ci si trascina avanti per inerzia, senza più sperare in una sterzata. In cui ci si accontenta di troppo poco. E i cambi a gara in corso attuati da Spalletti, non solamente oggi ma nel corso di tutta la stagione, certificano appieno questo malsano atteggiamento che ormai permea tutto l’ambiente Inter.
Non si prova più a gettare il cuore oltre l’ostacolo, a vincere ad ogni costo. Si cerca di non perdere. E, per quanto sia una tattica funzionale ed efficiente nel corso di una lunga stagione, è assolutamente improponibile quando devi onorare certi colori. Così si finisce irrimediabilmente per ristagnare nel limbo della mediocrità. E in questo mare non è affatto dolce naufragare. Quando si domina, quandosi è convinti, quando si ha voglia, bisogna sempre cercare di dare di più, di ottenere più di quanto si possa pensare.
Siamo nati per essere grandi, per trionfare e lottare. Non per chinare la testa e ringraziare il cielo di non essere stati surclassati. Oggi il bicchiere ai più pare mezzo pieno. Ma ieri, quando invece di annegare nel fango alzavamo gli occhi alle stelle, sarebbe stato mezzo vuoto. Come è giusto che sia.
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