È ufficiale: Andrea Ranocchia ha rinnovato il suo contratto con l’Inter fino al 2021. La società ha dunque riconosciuto l’importanza del difensore, che durante il suo percorso in nerazzurro, non privo di avversità, ha sempre vestito con orgoglio i colori interisti.
Ranocchia: una carriera dedicata al nerazzurro
Un percorso pieno di alti e bassi, quello intrapreso nel 2011 da Andrea Ranocchia; dopo una prima parte della stagione giocata con il Genoa, il giovane approda all’Inter, dove viene accolto come una promessa, destinata a raggiungere livelli altissimi.
Il periodo che viveva il Club in quel momento certamente non si può definire buio: è l’anno dopo lo storico triplete, e la squadra è piena di campioni; allenarsi insieme a giocatori come Zanetti, Cambiasso e Stankovic ha di sicuro aiutato a far nascere nel difensore un forte attaccamento alla maglia.
Dopo poco tempo, però, le cose cambiano: le stagioni che seguono sono sempre più difficili per il Club milanese. Anni molto deludenti per i tifosi, che vedono la propria squadra passare dall’essere la più forte d’Europa a lottare per entrare in Europa League; molta di questa delusione si tramuta in rabbia, scaricata anche contro quella promessa, descritta al momento dell’arrivo a Milano come l’erede di Materazzi, ma mai veramente sbocciata.
L’italiano, nel frattempo, era diventato un punto fermo della formazione interista, tanto da divenire capitano nel 2014; la sfiducia da parte dei tifosi nei suoi confronti è percepibile, ma il suo affetto verso il simbolo cucito sul petto non è svanito, neanche nel momento in cui gli viene tolta la fascia.
L’Inter, successivamente, cerca di uscire dalla crisi, cambiando giocatori; anche Ranocchia parte, ma non si tratta mai di addio, solo di prestiti: prima alla Sampdoria nel 2016, poi all‘Hull City un anno dopo.
Stagioni da vera e propria bandiera
Nel 2017, infine, torna a Milano, ma ormai il suo ruolo è quello di riserva; davanti a lui ci sono giocatori come Skriniar e Miranda, e conquistare il posto da titolare è difficile. L’italiano, però, non accenna mai una minima protesta, e Spalletti lo difende a spada tratta: finchè c’è lui Ranocchia non si muove. Durante le ultime due stagioni l’italiano non ha raccolto molte presenze, ma il suo ruolo nella rosa interista rimane comunque fondamentale: un vero e proprio modello di interismo, esempio per i suoi compagni.
Anche la società sembra essersene accorta, comprendendo le motivazioni del mister nerazzurro e rinnovando il contratto del difensore fino al 2021; gli stessi tifosi hanno compiuto una vera e propria rivalutazione in positivo del giocatore, percependo come la sua figura sia fondamentale all’interno dello spogliatoio interista.
Per comprendere le ragioni dietro quest’unanime cambio di mentalità basta guardare il giocatore in campo: magari non sempre preciso, o perfetto, ma fa di tutto per rendere giustizia al nerazzurro; anche quando viene schierato in ruoli diversi dal suo, perchè il risultato lo richiede. Il comportamento tenuto fuori dal campo non è da meno: nessuna lamentela, nessuna parola fuori posto, solo duro lavoro.
L’orgoglio che il giocatore prova nel vestire la maglia esplode al momento del gol; una delle immagini più belle della stagione interista che sta per concludersi è il gol del 2-0 segnato, proprio dal difensore, contro il Rapid Vienna: mano che batte sul cuore, sul simbolo che cerca sempre di difendere e la corsa con dietro tutti i compagni, a conoscenza delle difficoltà vissute, ma consapevoli dell’amore che Ranocchia prova verso i colori che veste.