Protagonista di una grande stagione, Sebastiano Esposito ha rilasciato una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport; la giovane promessa si è fatta notare sopratutto grazie agli Europei U17, ma, vista la sua età, questo è solo l’inizio.
Giornata importante per il nerazzurro: alle 17:30 ci sarà la finale degli Europei U17, Olanda-Italia; per Esposito, capitano della nazionale, si tratta di un traguardo importante, che arriva al termine di una grande annata: “Sto vivendo un sogno, se qualcuno ad agosto mi avesse prospettato una stagione così non ci avrei creduto. Ma ora voglio pensare solo all’Olanda: non vediamo l’ora di giocare e di dimostrare la nostra qualità.”
Finale raggiunta attraverso grandi prestazioni dei giovani italiani, che hanno sorpreso un po’ tutti: “Sapevamo di essere una squadra che poteva andare lontano; onestamente, però, visto il girone in cui eravamo, forse era difficile pensare di poter arrivare a giocarci il titolo.”
Il contributo del capitano azzurro, poi, è stato fondamentale: due gol su rigore e due su punizione nella fase finale; il giovane ha commentato così la sua precisione: “Ho realizzato 10 gol in stagione da calcio di punizione tra Nazionale, U17 e Primavera dell’Inter. Certe cose le hai dentro per natura e io sono stato fortunato.”
Le punizioni con cui ha trascinato la nazionale, in effetti, sono un marchio di fabbrica del giovane: “Devo ringraziare mister Zanchetta, in un anno e mezzo con lui sono migliorato molto. Ogni allenamento di rifinitura restavamo a calciare e lui mi ha fatto capire come colpire meglio la palla, dargli più giro e più forza.”
Ed è stato proprio questo miglioramento a condurlo all’esordio con la prima squadra interista: “Non me lo aspettavo, è stata l’esperienza più emozionante della mia vita. Ero in Nazionale e il nostro responsabile Samaden (dell’Inter, ndr) mi ha chiamato per avvisarmi che Spalletti mi avrebbe convocato. Poi quando il mister si è avvicinato e mi ha detto “scaldati” il cuore ha cominciato ad andare a mille all’ora. Ho coronato un sogno, ma quella notte per me sarà sempre un punto di partenza e non di arrivo. In campo non ho realizzato bene cosa stava succedendo, poi la notte però non ho dormito.”
Infine, quando gli viene chiesto chi dei grandi lo ha aiutato di più, e chi ammira, Esposito risponde: “Devo ringraziare D’Ambrosio che in passato è stato allenato da mio papà alla Juve Stabia: mi ha preso a cuore come un fratello. Poi da attaccante dico Icardi: è impressionante, formidabile, unico.”
This post was last modified on 19 Maggio 2019 - 17:03