Il tema riguardante il razzismo negli stadi è stato riportato in primo piano dopo i recenti avvenimenti della Sardegna Arena, dove i tifosi del Cagliari hanno ululato verso Lukaku. Molti in questi giorni sono tornati a palare dell’espisodio e si sono schierati al fianco di Lukaku. Tra questi c’è anche Kevin Prince Boateng, che ha toccato l’argomento in un’intervista rilasciata a Repubblica.
“VICINO A LUKAKU, INSEGNIAMO L’INTEGRAZIONE NELLE SCUOLE”
Uno dei temi caldi, anzi scottanti del calcio moderno: il razzismo. L’Italia ha ancora una volta dato brutto spettacolo con l’episodio dell’1 settembre, ma episodi del genere non sono nuovi nemmeno all’estero. Uno che contro il razzismo ha sempre cercato di giocare la sua personale partita è sicuramente Kevin Prince Boateng. Già quando militava nel Milan, infatti, lasciò il campo della Pro Patria lanciando il pallone verso i tifosi di casa, rei di aver continuamente indirizzato verso di lui cori razzisti. “Penso a Lukaku, ma penso anche al bambino di Cosenza preso a calci perchè nero – ha esordito – Sono episodi che fanno male allo sport, ci vogliono ricordare di quando i nostri nonni erano schiavi. Non lo accetto”. La radice del problema, per l’ex Schalke 04, è chiara: “Dietro a tutto questo innanzitutto c’è ignoranza, tanta ingnoranza. E dobbiamo combatterla, incominciando dalle scuole. Dobbiamo insegnare ai bambini che siamo tutti uguali. Sono loro il nostro futuro. Se non lo insegnamo a loro, i futuri adulti non saranno diversi da quelli di oggi”.