Al momento della chiusura ufficiale del mercato estivo, molti avevano rimarcato l’accento sulle presunte lacune del centrocampo nerazzurro. A quattro giornate dall’avvio però, Antonio Conte sembra aver trovato la quadratura ideale del reparto, come sottolinea il quotidiano Tuttosport.
GOL E ASSIST: SENSI E BARELLA IN RAMPA DI LANCIO
Due dei prospetti più interessanti del nostro calcio e già al centro del nuovo corso nerazzurro: Stefano Sensi e Nicolò Barella stanno a poco a poco entrando a pieno regime nelle gerarchie di Conte, a discapito di un fisico non esattamente prorompente.
E se l’ex Sassuolo aveva già convinto tutti a partire dall’esordio casalingo contro il Lecce, coronato dalla rete del 2-0, per il ragazzo ex Cagliari l’avvio non era stato dei migliori. Pochi scampo di gara contro Udinese e proprio Cagliari, cambio al 45′ con ammonizione con l’Udinese e poi, dalla Champions, la svolta. Prima il gol del pari contro lo Slavia, poi il derby da incorniciare con tanto di assist per Lukaku.
In mezzo a tutto questo, non va dimenticato l’apporto fondamentale di Marcelo Brozovic, dai cui piedi dipende molto della prestazione della squadra. Già due le reti per il regista croato, a dimostrazione di come Antonio Conte stia cercando di aumentare l’apporto di reti del proprio centrocampo.
Un trend da invertire, rispetto alle scorse stagioni eccessivamente scarne sotto questo punto di vista. Già cinque gol in altrettante partite per i tre, comprese tutte le competizioni, più un rigore procurato e un assist: un bottino niente male, se a questi si aggiungono i tre centri di Lukaku e i tre “cleen sheet” registrati da Samir Handanovic.
L’Inter, forte dell’investimento fatto per i due ragazzi italiani, spera nel definitivo exploit nelle prossime gare. Conte si gode i suoi “ragazzini terribili” e continua a lavorare per instaurare quella stessa filosofia che, ai tempi della Juventus, rappresentò il vero punto di forza della squadra. Un centrocampo goleador, di qualità e palleggio ma anche di intensità e “cattiveria”, senza dimenticare il possibile apporto di Vecino e Gagliardini, diversi per caratteristiche, ma altrettanto importanti per le rotazioni.