Nella giornata della conferenza stampa di presentazione dei due progetti per il nuovo San Siro, non sono mancate le parole dell’ad nerazzurro Antonello.
Il giorno è finalmente arrivato: Inter e Milan, con la presenza dell’amministratore delegato nerazzurro Antonello e dei rossoneri Scaroni e Gazidis, hanno presentato i due progetti per la costruzione del nuovo impianto di San Siro, che andrà a sostituire la storica Scala del calcio.
Gli argomenti della conferenza sono stati di varia natura, dall’importanza di preservare i ricordi del passato all’opinione fondamentale dei tifosi delle due rivali milanesi. Andiamo a scoprire nel dettaglio ciò che hanno detto i dirigenti della sponda rossonera e nerazzurra del Naviglio.
In primis, Antonello ha inaugurato la conferenza: “La decisione sarà presa nei prossimi giorni. Da oggi ci sarà la consultazione tra i cittadini, poi saranno raccolti i criteri per la decisione. Saranno criteri che riguarderanno estetica, funzionalità e i pareri che i cittadini ci daranno”.
Anche per il presidente rossonero Scaroni è fondamentale l’apporto dei cittadini, legati chiaramente ai prezzi dei biglietti: “Ci attendiamo molto dai biglietti corporate, ne faremo intorno ai 10mila. Ci attendiamo inoltre più pubblico, almeno 60 mila. Avremo un ingresso in più per questi spettatori. Faremo inoltre una grande varietà di prezzi. Quando va costruito uno stadio, per definire la grandezza si sta tra Scilla e Cariddi. Noi lo stadio lo vogliamo sempre pieno, vedere una partita in uno stadio pieno è diverso”.
Dopodichè, i due portavoce hanno chiarito sull’assenza del sindaco Sala e sul futuro del progetto; in primis ha parlato Scaroni: “Ha detto che vuole valutare con calma, non interpreto la sua decisione. E comunque era presente qui l’assessore allo sport con altri consiglieri”. Poi, Antonello è stato interpellato sui tempi e sulle modalità della costruzione: “Non pensiamo di arrivare a ridosso delle Olimpiadi senza aver ultimato il progetto. Una volta approvata la pubblica utilità la costruzione impegnerà più di tre anni. Ci sono i tempi tecnici per arrivare prima del 2026”.
Il futuro, come ben si sa, sarà ancora in condivione. Ancora una volta Milan ed Inter assieme, come sottolinea Scaroni: “Noi come società abbiamo una cogestione testata che dura da molti anni. Poi avere una struttura condivisa usata per intero è meglio di due impianti usati a metà. Poi essere in due ci permette di usare forze che da soli non avremmo”. Inoltre, il presidente rossonero ha parlato anche di un’eventuale demolizione dello storico impianto di San Siro: “Noi sicuramente sentiremo l’opinione degli abbonati e di chi va allo stadio, dei cittadini e di chi abita nella zona, vogliamo avere delle risposte da loro. Per loro lo stadio è casa, la loro opinione è rilevante”. Antonello, inoltre, ha sottolineato l’importanza nel preservare la storia: “Agli architetti è stato dato l’input di preservare la storia, di sicuro ci sarà il modo di tramandare ai posteri i trionfi del passato”.
Alla domanda sulla presenza di un eventuale piano b, Antonello ribadisce: “I tempi sono dettati dalla legge sugli stadi. Il 10 ottobre ci sarà la prima scadenza legata al pubblico interesse. I passi successivi sono scanditi dalla legge, l’ultima parola spetta al Comune ma i due club pensano che aver un nuovo stadio San Siro in zona San Siro sia la proposta migliore. Poi se ci saranno altre proposte le valutiamo, ma sempre a Milano”.
Bisognerà pensare anche ad un nome per lo stadio nuovo; alla domanda sul naming right, Gazidis risponde: “Presto per dirlo, oggi parliamo di due concept importanti che possono dare luce non solo ai club ma al calcio italiano che vogliamo portare al posto che gli compete. Tutti i club importanti hanno uno stadio di livello mondiale”.
Interrogato sull’aumento delle cubature, ecco la risposta di Antonello, che precisa anche come i lavori siano in una fase primordiale: “La legge sugli stadi prevede di poter costruire in deroga rispetto ai piani urbanistici in base a quanto potrà essere sostenuto dal progetto. Vedremo quali saranno le indicazioni del Comune, ma se si scende sotto certe metratura vedremo la convenienza. Siamo a livello di concept, nulla è scritto nella pietra”.
Il finanziamento del progetto non sarà complicato, ma l’unica cosa certa è l’assenza di Boeri, come sottolinea Scaroni: “Ci sarà un equità poi un project financing che non dovrebbe essere complicato. I due club hanno entrate certe con abbonamenti e biglietti. Abbiamo fatto una selezione, ripensare a qualcosa vorrebbe dire tornare indietro. Si lavora sui due progetti presentati stamattina. Boeri un grande architetto ma i due progetti scelti sono Manica e Populous. Avremo una concessione di 90 anni perché si costruisce sul terreno del Comune e quindi diventa di proprietà del Comune”.
Infine, un’ultima domanda sulla presenza del Comune di Milano nella costruzione. Ecco la risposta del presidente del Milan: “Tutto quello che verrà costruito a Milano farà parte del Comune di Milano”.
This post was last modified on 26 Settembre 2019 - 13:39