Poteva finire in trionfo. Si poteva riscrivere la storia. E invece è finita con una sconfitta. La solita sconfitta in casa del Barcellona. È vero, con un gran primo tempo. Con tanti episodi arbitrali su cui recriminare. Con un finale logica conseguenza del grande dispendio di energie della prima frazione. Ma se non fosse solo questo? Se non fosse solo un calo fisico? Se ci fosse una ragione tattica dietro la riscossa blaugrana?
Il calcio, a questi livelli, è spesso una partita a scacchi. E stavolta a fare scaccomatto non è stato Antonio Conte. Dopo un primo tempo straordinario in cui i nerazzurri sembravano poter chiudere la gara, infatti, Valverde è riuscito a rivoluzionare i suoi dandogli nuova linfa e nuova disposizione tattica, mentre la contromisure dell’allenatore nerazzurro non sono bastate a evitare il tracollo.
PRIMO TEMPO. La vivacità di Sensi e Barella, ha messo in seria difficoltà il centrocampo del Barcellona, considerando che De Jong e Arthur erano due punti di riferimento facili e fissi da attaccare anche con l’aiuto degli esterni che andavano in raddoppio, mentre Brozovic, senza uomo addosso, era libero di far partire la manovra.
SECONDO TEMPO. Il cambio di modulo, con Vidal a cacciare Brozovic con Arthur e De Jong, schierati 10 metri più bassi, e quindi più difficili da attaccare per gli interni di centrocampo, cambiava completamente il copione tattico del match. Come se non bastasse, Valverde sostituiva Griezman, un mancino che schierato a sinistra andava sempre verso l’esterno e il fondo del campo, con Dembelè, destro e intento a puntare dritto alla porta. Questo comportava l’uscita di Godin in raddoppio sull’esterno e maggiore libertà per Suarez.
Sul primo gol del “pistolero”, Candreva si stacca, ma in quel caso, bisognerebbe più che altro fare gli applausi al 9 blaugrana. Il problema semmai è sul gol vittoria. Gagliardini schierato sul fronte di sinistra non ha il passo per tenere Messi e 1 vs 1, l’argentino è incontenibile, specie per uno stanchissimo Asamoah. Sul proseguio poi, Godin non dovrebbe mai uscire dalla linea se non sicuro al 100% dell’anticipo. Dettagli. Che fanno la differenza.
Forse dopo l’uscita dal campo di Sensi, sarebbe stato opportuno spostare Barella sulla sinistra, vista la straordinaria verve dell’ex Cagliari e la prestazione in crescendo di tale Leo Messi. Forse un attaccante forte fisicamente come Lukaku avrebbe dato una mano a tenere alta la palla, ma magari, l’ingresso di Politano qualche minuto prima, avrebbe evitato le spinte “senza pensieri” di Semedo e S. Roberto.
Forse però, tutto questo tram tram tattico sarebbe servito a poco. Delle volte bisogna ammettere che dall’altra parte giocano Messi e Suarez e probabilmente non sarebbe cambiato nulla. Il secondo tempo non è stato perfetto, ma aver messo paura al Camp Nou, non è roba di tutti i giorni. Un po’ come vincere una partita a scacchi contro Antonio Conte.
I prossimi avversari sono avvisati. Il prossimo scacco matto, è già pronto.
This post was last modified on 3 Ottobre 2019 - 16:47