“Certe partite vanno vinte con la sofferenza, sono gare dove devi essere bravo a tenere botta“. In queste parole, pronunciate da Antonio Conte nel post partita, c’è il riassunto della vittoria dell’Inter a Brescia. Una vittoria fondamentale per il morale e per la classifica, che i nerazzurri hanno portato a casa grazie all’ottimo atteggiamento mentale di tutta la squadra.
Poco importa, al tecnico salentino, del gioco espresso al Rigamonti dai suoi ragazzi. Giustamente, verrebbe da aggiungere. L’Inter ha chiuso al meglio il piccolo mini-ciclo di quattro partite in 9 giorni, nonostante gli uomini contati praticamente in tutti i reparti. La squadra continua a dare risposte positive al suo allenatore e ai suoi tifosi, sa soffrire in maniera compatta e sa come far male in contropiede. Anche ieri, a Brescia, Handanovic e compagni hanno dovuto compattarsi nei minuti finali per non rischiare di buttare via altri punti, ma lo ha fatto in maniera decisa e ordinata provando a concedere il meno possibile alle Rondinelle.
LuLa, l’intesa continua – La prima cosa che ci dice la gara del Rigamonti è che i due attaccanti continuano a segnare, eccome. Lautaro sigla – con un po’ di fortuna – il sesto gol nelle ultime sei partite, denotando una crescita mentale e tattica ben avviata rispetto allo scorso anno. Poi c’è Lukaku, quello scarso e che non sa stoppare il pallone. Il belga, letteralmente dal nulla, si inventa il gol del 2-0 nel miglior momento dei padroni di casa, regalando ai suoi qualche minuto di respiro fino all’autorete di Skriniar.
Rosa corta, ma non è finita – L’allarme è reale, la partita di ieri ne è l’ennesima dimostrazione. Nessuna colpa della società, sia chiaro, perchè gli infortuni non è in grado di prevederli nessuno. Ma da quattro partite giocano praticamente sempre gli stessi, specialmente in mezzo al campo, e qualche passaggio a vuoto è più che comprensibile. Per questo motivo la vittoria di Brescia è ancora più pesante. La squadra sa soffrire, sa farlo in maniera compatta e con la giusta umiltà anche di fronte ad avversari sulla carta più “deboli”. Sarà fondamentale, in questo senso, il recupero di Sensi e Vecino su tutti, in modo da poter far rifiatare Gagliardini, Brozovic e Barella in mediana. Bologna, Dortmund e Verona, altre tre partite e poi ci sarà una benevola sosta per le Nazionali.
Certezza GDS – L’ultimo spunto, infine, viene offerto dai numeri del terzetto difensivo titolare. Con in campo Godin, De Vrij e Skriniar, l’Inter ha subito soltanto due gol: il sinistro di Dybala a San Siro e, appunto, l’autorete di ieri. La solidità dei nerazzurri passa anche e soprattutto dai suoi tre giganti li dietro, anche in un momento in cui qualcuno avrebbe bisogno di riposo. Anche qui, però, le contemporanee assenze di Ranocchia e D’Ambrosio costringono la GDS agli straordinari, con risultati però ottimali e rassicuranti.
Adesso, come detto, la trasferta a Bologna sabato. Sarà l’ennesimo impegno ravvicinato per la squadra, un’altra prova di maturità in casa di un vecchio “nemico” come Sinisa Mihaljovic. Servirà altra capacità di soffrire, servirà l’ennesima prova di forza di una squadra in riserva, ma che può fare dell’entusiasmo il suo alleato più forte.
This post was last modified on 30 Ottobre 2019 - 09:00