La rimonta subita dal Borussia è una delle più assurde che abbiamo mai visto. Certo, di rimonte nella storia del calcio ce ne sono tante, ma quello che si è visto ieri è qualcosa di diverso: il secondo tempo è stato disastroso tanto quanto il primo tempo era stato meraviglioso. Emblematico il titolo che Il Corriere della Sera dà alle riflessioni di Mario Sconcerti su Borussia Dortmund-Inter: “Il mistero dell’Inter scomparsa”.
“INTER INGHIOTTITA DAL BORUSSIA, MA NON BISOGNA STRAVOLGERE LE IDEE”
Dopo aver presentato i risultati di Napoli e Inter, Sconcerti si concentra sul secondo tempo del Signal Iduna Park: “Nell’Inter è successo qualcosa di poco spiegabile, è come stata inghiottita dallo spazio vuoto che il Dortmund creava al centro della sua area. I tre difensori si addensavano in mezzo, Candreva e Biraghi perdevano i triangoli dei tedeschi sui lati. Il risultato è stata un’improvvisa pioggia di errori e di gol, una partita rovesciata. Nel secondo tempo l’Inter è tornata nella metà campo del Dortmund al minuto 83 e solo in palleggio“.
Il giornalista e scrittore di origini fiorentine cerca la spiegazione al suicidio dell’Inter: “Forse pensava di avere già vinto, forse il palleggio infinito del tedeschi ha ottenuto un risultato di fatica in ritardo, è possibile. Ma è mancata all’Inter la stessa qualità di palleggio degli avversari e una corretta disposizione sul campo“. In particolare, è sembrato come se nel secondo tempo il Borussia Dortmund avesse il doppio dei calciatori dell’Inter: “Senza una punta di ruolo, il Borussia era in superiorità numerica dovunque, era leggero e continuo, insistente. Dopo un’ora di giravolte ansiose l’Inter è crollata. Il vantaggio è che almeno in Italia manca una squadra con la qualità del Borussia, non micidiale ma scolastico, bravo nel mettere in riga le sue aste”.
Queste l’analisi di Sconcerti su Borussia-Inter, analisi che poi si sposta sull’identità dell’Inter e sulla sua forza reale: “Non c’è da cambiare comunque molte idee” continua Sconcerti, “L’Inter non è la migliore squadra d’Europa, lo sapevamo. Ha solo perso una partita che era ormai difficile perdere. In Italia non ci sarebbe mai riuscita. Il calcio europeo è diverso, anche questo di una Germania fiaccata da dieci anni di dominio Bayern. Oggi è come se nel continente ci fosse un gran numero di seconde squadre. L’Inter è una di queste“.